Bergamo, truffa sulla gestione dei fondi per i migranti: 83 indagati

Una maxi inchiesta della procura di Bergamo iniziata nel 2017 e riguardante il biennio ’17/’18 ha portato alla luce irregolarità nella gestione da parte di alcune strutture bergamasche dei contributi pubblici destinati all’accoglienza dei migranti. L’accusa di truffa riguarda la gestione dei 35 euro che lo Stato assegnava alle strutture per ciascun migrante: i centri facevano risultare presenti richiedenti asilo che invece si erano allontanati, rendicontando spese inesistenti e fatture false.

Ai domiciliari il 73enne Padre Zanotti, fondatore della cooperativa “Rinnovamento” di Fontanella di Antegnate, la presidente A. M. P., 58 anni, di Antegnate, e l’economo G. T., 39 anni, di Crema. Le accuse per loro sono associazione a delinquere finalizzata alla truffa ai danni dello Stato, allo sfruttamento del lavoro e all’inadempimento di contratti di pubbliche forniture e il riciclaggio. Trentotto gli avvisi di garanzia notificati in relazione alla cooperativa Ruah e l’associazione Diakonia, legate alla Caritas di Bergamo: tra i nomi, riporta Fanpage, spicca quello di don Claudio Visconti, 56enne ex numero uno della Caritas, trasferito alla Pastorale italiana a Bruxelles. Stando a quanto emerso dalle indagini, gli indagati avrebbero intascato un totale di 50mila euro grazie ai 35 euro al giorno percepiti per ogni immigrato, modificando le date di soggiorno da comunicare alla Prefettura e falsificando le firme dei registri.