Attacco in Congo, come sono morti Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci: la terrificante scoperta dall’autopsia

 

L’ambasciatore Luca Attanasio e il carabiniere Vittorio Iacovacci non sono state vittime di un’esecuzione. I due sono morti durante lo scontro a fuoco: sono stati uccisi durante un tentativo di rapimento finito male, terminato con un conflitto a fuoco nell’est del Congo. E’ questo quanto emerge dai primi risultati dell’autopsia effettuata sui corpi dei due italiani. Autopsia disposta dalla Procura di Roma e svolta oggi presso il Policlinico Gemelli. I colpi mortali, come scrive Repubblica, sarebbero stati quattro in totale: due hanno raggiunto il diplomatico e due il carabiniere. La Tac ha fatto emergere anche che i proiettili li hanno trapassati da sinistra a destra.

Le salme delle vittime sono rientrate in Italia ieri sera. Le bare, avvolte dai tricolori, sono state accolte all’areoporto di Ciampino dal premier Mario Draghi in attesa dei funerali solenni. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, invece, non è potuto essere presente a causa di un malore. Per permettere una giusta esecuzione delle autopsie, inoltre, gli investigatori dei Ros hanno preteso che i congolesi toccassero il meno possibile la scena del crimine, chiedendo di controllare le armi di tutti i soldati e i ranger della sparatoria.

Bisognerà capire, infatti, di chi sono i proiettili che hanno provocato la morte di Attanasio e Iacovacci. Il capo della polizia locale, nonostante i suoi uomini l’avessero accolto all’aeroporto di Goma, va ripetendo che nessuno sapeva della presenza dell’ambasciatore in quella zona. Tanti dubbi, poi, anche sui rapiti del convoglio. Non si sa chi sono e se ci sono per davvero. “È stato un attacco insolito”, ha commentato Christophe Garnier, capo dei medici Msf in Congo.

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