Arriva un altro decreto. E l’esecutivo già litiga

Gli amministratori di Ferrovie e Anas commissari straordinari per accelerare le opere già finanziate. Poi una riforma del diritto societario per rendere l’Italia un po’ più simile all’Olanda e quindi evitare che le aziende se ne vadano dal Belpaese alla ricerca di legislazioni più favorevoli.

Il governo non ha ancora archiviato il decreto rilancio, pubblicato in Gazzetta Ufficiale, ma già oggetto di trattative nella maggioranza su modifiche durante l’Iter di conversione.

Ma all’orizzonte c’è già un altro provvedimento in arrivo, un decreto semplificazioni (nessun riferimento al mese del varo questa volta). In una bozza già in circolazione, consultata dall’agenzia Public policy, si nominano gli amministratori delegati di Rfi e Anas, rispettivamente Maurizio Gentile e Massimo Simonini commissari straordinari per tre anni durante i quali dovranno eseguire gli appalti delle opere interamente finanziate. Potranno operare in deroga a ogni legge o regolamento che non prevedano sanzioni penali, fatta eccezione per le normative antimafia e le norme europee. Si tratta quindi del «modello Genova», sul quale in realtà non c’è accordo nella maggioranza. Ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, ha spiegato che l’obiettivo è semmai quello di «prorogare lo stato di emergenza fino alla fine dell’anno». Quindi utilizzare gli strumenti già previsti dal Codice appalti. A proposito dei commissari il ministro Pd ha spiegato che si tratta di utilizzarli solo per «opere che hanno progetti e contenzioni che si sono stratificati. Per il resto – ha precisato – si può andare per gare e ordinaria amministrazione».

La risposta dei renziani è arrivata con un tweet del ministro dell’Agricoltura Teresa Bellanova: «Genova, Expo, chiamatelo come vi pare: il problema non è il nome. Il problema è dare all’Italia un modello agile e veloce». Un modello «che le tragedie le previene».

Un tema che continua a dividere, quindi, nonostante le rassicurazioni date ieri dal premier Giuseppe Conte sull’accoglimento delle proposte di Italia viva.

Tra i provvedimenti che potrebbero entrare nel nuovo decreto c’è anche una riforma del diritto societario, allo studio del ministero dell’Economia guidato da Roberto Gualtieri. Già nel decreto rilancio c’era un articolo che introduceva nelle Spa italiane il voto plurimo. Un regime che caratterizza e rende attraente l’Olanda. Articolo poi eliminato perché non legato alla crisi da coronavirus, ma anche perché restano da sciogliere nodi tecnici di non poco conto. Il governo intende comunque riproporlo.

Nel pacchetto di norme per la semplificazione sarebbe anche dovuta entrare una norma sulle responsabilità delle imprese nei casi di coronavirus, che è stata invece trasformata in un emendamento al decreto liquidità nel quale si specifica che l’obbligo di tutela delle condizioni di lavoro fissate dal Codice civile viene assolto, sia nel settore pubblico, sia in quello privato, «mediante l’applicazione delle prescrizioni contenute nel protocollo condiviso di regolamentazione delle misure per il contrasto e il contenimento della diffusione del virus negli ambienti di lavoro», sottoscritto da Governo e parti sociali, o attraverso l’applicazione delle «misure contenute nei protocolli o accordi di settore stipulati dalle organizzazioni sindacali e datoriali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale».

Ora si apre la fase delle modifiche al decreto rilancio. Oltre al tema dei finanziamenti alle regioni e ai comuni e quindi sulle «zone rosse», con la minaccia del governatore Veneto Luca Zaia di «portare in tribunale» il provvedimento, altre misure possono essere modificate.

Sono possibili ritocchi al bonus vacanze, troppo complesso nella formulazione del decreto pubblicato in Gazzetta Ufficiale. Poi un rafforzamento dei bonus per le aziende dei settori in crisi (turismo e ristorazione) e delle detrazioni per le ristrutturazioni.