Arriva l’ennesima beffa: rinviano Irpef e Ires di appena 20 giorni

 

Bocciati. Il governo giallorosso compie il suo ennesimo atto suicida. O meglio, il suo ennesimo attacco all’economia del Paese.

Il ministero dell’Economia annuncia una proroga al 20 luglio per i versamenti di Irpef, Ires e Iva in scadenza al 30 giugno per i 4,5 milioni di contribuenti che sono tenuti al pagamento delle imposte. Il Mef prevede il varo di un Dpcm per rivedere le scadenze di saldo. “Il provvedimento – fa sapere il ministro, Roberto Gualtieri – viene incontro alle richieste di professionisti e imprese alle prese con un momento di gravissima carenza di liquidità a seguito della pandemia di Covid-19”.

Sarebbe tutto bello. Tutto bellissimo. Ma non a queste condizioni. Peccato, infatti, che in 20 giorni nulla di mirabolante potrà accadere. Già, perché dal 30 giugno (termine di legge per il versamento per queste imposte) al 20 luglio (giorno di scadenza della proroga) nulla cambierà per le tasche degli italiani. Anzi, sarebbe l’ennesimo bluff dell’esecutivo con cui i contribuenti dovranno confrontarsi.

Su questo punto va all’attacco il leader della Lega, Matteo Salvini: “Ma pensano che gli Italiani siano scemi???”, si chiede in un post su Facebook. Poi continua: “Il governo pensa di posticipare i versamenti Irpef e Ires (30 miliardi di tasse per 5 milioni di cittadini) di ben… venti giorni! Avete capito bene: dal 30 giugno al 20 luglio. La proposta della Lega e delle imprese era di rimandare i pagamenti almeno all’autunno: niente, proposta bocciata. Come se in 20 giorni cambiasse qualcosa”.

Il Tesoro nella serata di ieri, in un comunicato, ha reso noto baldanzoso la notizia. Come se si trattasse di una vittoria: “Per tener conto dell’impatto dell’emergenza Covid-19 sull’operatività dei contribuenti di minori dimensioni e, conseguentemente, sull’operatività dei loro intermediari, è in corso di emanazione il Dpcm che proroga il termine di versamento del saldo 2019 e del primo acconto 2020 ai fini delle imposte sui redditi e dell’Iva, per i contribuenti interessati dall’applicazione degli Indici Sintetici di Affidabilità (Isa), compresi quelli aderenti al regime forfetario”.

A conti fatti, scrive il Sole 24 Ore, si tratta di una platea potenziale di quasi 4,5 milioni di contribuenti che potrebbero avere un po’ più di respiro nei versamenti in scadenza a fine mese dopo le difficoltà finanziarie conseguenti al lockdown e al calo del volume d’affari prodotto dall’emergenza coronavirus. La scadenza vale circa 30 miliardi per Irpef, Ires e sostitutive (il saldo 2019 e l’acconto 2020 dell’Irap sono stati, infatti, cancellati dal governo con il Decreto Rilancio ora all’esame della Camera).

Per molti, soprattutto al governo, si tratta di un motivo per gioire e stare sereni, per altri (aziende e professionisti, in testa) tutto si riduce a una beffa colossale. In 20 giorni non accadrà nulla di miracoloso. Neppure per l’imprenditore più accorto. Si salvi chi può.

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