Adesso le Ong tuonano contro la quarantena imposta alle navi

 

Il coronavirus ha messo in fibrillazione anche le organizzazioni non governative: le misure di quarantena applicate di recente o le richieste, poi per la verità non ascoltate, di evitare gli sbarchi dei migranti in questo periodo hanno allarmato le Ong.

E non è un caso se nelle scorse ore a lanciare un appello per evitare di fermare le navi umanitarie è stata l’organizzazione Medici Senza Frontiere. Quest’ultima opera assieme all’Ong Sos Mediterranée a bordo della nave Ocean Viking, la più attiva sul fronte degli interventi nel Mediterraneo centrale da settembre ad oggi.

Il mezzo però è stato anche il primo ad essere messo in quarantena nella giornata di domenica, giornata in cui l’equipaggio ha avuto dal Viminale l’autorizzazione allo sbarco di 276 migranti a Pozzallo. Si è trattato, in quell’occasione, di fatto del primo approdo del genere da quando il nostro paese ha iniziato ad affrontare l’emergenza coronavirus.

I migranti che erano a bordo sono stati accompagnati presso il locale hotspot ed è lì che trascorreranno l’intero periodo di quarantena. I 32 membri dell’equipaggio della Ocean Viking, compresi dunque anche i componenti dell’Ong Sos Mediterranée e di Medici Senza Frontiere, sono stati posti in quarantena a bordo della nave e rimarranno qui per i prossimi 14 giorni.

Una misura che è stata adottata anche nel caso controverso della Sea Watch 3, giunta a Messina quando già in Sicilia si era registrato il primo caso di coronavirus. Per tal motivo, il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci aveva chiesto al governo che la quarantena per migranti e membri dell’equipaggio dell’Ong tedesca fosse svolta interamente a bordo della nave. Alla fine però, i migranti sono scesi mentre il mezzo è stato posto in quarantena. Non senza polemiche tra la giunta regionale siciliana ed il governo.

Come detto prima, a seguito di questi due episodi Medici Senza Frontiere ha chiesto di non fermare le navi delle Ong. Il principio è quello secondo cui tali mezzi sono delle vere e proprie “ambulanze del mare” e dunque non possono essere fermate per la presenza in Italia del coronavirus: “Mettere in quarantena una nave di soccorso è come fermare un’ambulanza in mezzo a un’emergenza”, si legge in un tweet di Medici Senza Frontiere.

“Chiediamo alle autorità di non fermare le ambulanze del mare – si legge ancora nel tweet – e permetterci di fare il nostro lavoro: salvare vite”. Secondo l’organizzazione, quella messa in atto dal governo italiano contro le navi Ong sarebbe solo una “giustificazione”: “Capiamo le legittime preoccupazioni per il coronavirus – ha scritto in un altro tweet Medici Senza Frontiere – ma non devono essere una giustificazione per impedire i soccorsi. A terra come in mare, la priorità è salvare vite”.

Infine, sempre secondo l’organizzazione che opera assieme a Sos Mediterranée, non c’era alcuna ragione specifica per porre la propria nave in quarantena: “Quando l’epidemia di Covid19 ha colpito l’Italia – sostengono i membri di Medici Senza Frontiere – la Ocean Viking è stata messa in quarantena e ha rispettato tutte le misure indicate. Ma dopo 5 giorni di blocco, è ormai evidente che queste misure vengano applicate solo alle navi umanitarie”.

Quest’ultima frase suona come un’esplicita accusa contro l’esecutivo Conte II, che pure ha usato rispetto al precedente governo una linea molto più morbida sulle Ong, permettendo a tutte le navi impegnate nel Mediterraneo di approdare in uno dei porti italiani.

Sembra dunque che, a distanza di tempo, la fine dei 14 mesi di gestione del Viminale da parte dell’ex ministro Matteo Salvini non sia servita a far deporre l’ascia di guerra politica contro l’Italia alle organizzazioni. Le quali adesso potrebbero attuare una campagna di pressione mediatica per far evitare la quarantena alle navi nonostante l’emergenza coronavirus.

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