In 10 in 60 mq: bengalesi sfruttati dal ristoratore cinese. Meloni: “Predoni cinesi all’assalto. Basta”

 

Ammassati in un appartamento di 60 metri quadri di proprietà del loro stesso datore di lavoro. Vivevano così, a Roma, 10 uomini originari del Bangladesh e dipendenti di un ristoratore cinese, che ne decurtava pure lo stipendio per l’affitto. La vicenda è stata scoperta dalla polizia e ha suscitato un post durissimo da parte di Giorgia Meloni, che ha parlato di situazione “intollerabile” e “assalto di predoni cinesi”.

Un “modello economico intollerabile”

“Questo è l’ennesimo esempio di come operano certi ‘imprenditori’ cinesi, che vengono in Italia, comprano case e negozi e impongono il loro ‘modello economico’. Probabilmente andrà bene per gli standard della loro madrepatria, ma in una Nazione come l’Italia è letteralmente intollerabile“, ha scritto sulla sua pagina Facebook la leader di FdI, rilanciando l’articolo con cui Repubblica ha dato la notizia. “Non possiamo più permettere a questi predatori – ha proseguito Meloni – di devastare la nostra economia con questi ignobili metodi di sfruttamento”. Metodi che, ha ricordato, sono “molto spesso accompagnati da clamorose frodi fiscali fatte con il giochino di cambiare in continuazione ragione sociale ai negozi”.

Meloni: “Fermare l’assalto dei predoni cinesi”

Da tempo FdI è impegnata perché si attivi una forma seria di contrasto a fenomeni di questo genere che nella pratica portano a una concorrenza sleale, di fatto avallata dallo Stato, del commercio condotto da stranieri nei confronti di quello condotto da italiani. “Abbiamo portato in Parlamento – ha spiegato Meloni – la nostra proposta di legge per stroncare questa piaga. Sancendo un principio sacrosanto: sei extracomunitario e vuoi fare impresa da noi? Bene, prima di alzare la serranda paghi in anticipo 30mila euro di tasse che ti scalerò negli anni. E se sgarri chiudi e ti sequestro tutto”. “Elezioni subito – ha quindi concluso la leader di FdI – per dare all’Italia un governo capace di difendere il commercio italiano, oggi lasciato in balia dell’assalto dei predoni cinesi”.

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