Lega sospende una senatrice: “Ha preso bonus da Regione Piemonte”
Si allunga la lista dei politici furbetti che hanno incassato un bonus nei primi mesi dell’emergenza coronavirus. Ad ammettere di aver ottenuto il bonus è stata la senatrice piemontese della Lega Marzia Casolati.
Dura la reazione della Lega che ha deciso di sospendere la senatrice. “Dopo aver ascoltato e verificato la posizione, come per i precedenti casi, è stato preso il provvedimento della sospensione per la senatrice Marzia Casolati“, ha fatto sapere il capogruppo della Lega al Senato, Massimiliano Romeo. “Anche se non è stato commesso alcun illecito – ha precisato Romeo – e il contributo è stato già da tempo completamente restituito, non è opportuno che parlamentari accedano a questo tipo di sussidio. Il provvedimento è stato già accettato e condiviso dalla diretta interessata“.
Pochi giorni fa erano stati sospesi due deputati leghisti, Andrea Dara e Elena Murelli, che però avevano incassato i 600 euro dall’Inps. Come loro numerosi altri politici i cui nomi sono ancora avvolti nel mistero. Tra chi ha richiesto e incassato il bonus ci sono diversi consiglieri e assessori a livello regionale e comunale. Negli ultimi giorni sono trapelati soprattutto i nomi dei leghisti, mentre centinaia di identità sono ancora da svelare. In particolare, è sui parlamentari che cala il silenzio più assoluto. Tre sono già stati scoperti (si tratta del grillino Marco Rizzone e dei leghisti Murelli e Dara), mentre altri due nomi sono ancora un giallo: uno dovrebbe essere di Italia Viva e l’altro del Pd.
Così la sinistra copre i nomi dei “furbetti” del bonus
A inizio agosto, quando era stato sollevato il polverone del bonus, i giallorossi si erano indignati. “È una vergogna“, aveva tuonato Nicola Zingaretti. “Siamo davanti a fatti di una gravità assoluta“, era stato invece il commento di Luigi Di Maio. “Dobbiamo dare un segnale forte e mi auguro che chi ha ricevuto i 600 euro provveda a restituirli immediatamente e a fare pubblica ammenda o a spiegare le eventuali ragioni qualora da lui/lei indipendenti“, aveva scritto Vito Crimi a tutti i deputati 5S. Ma la sua richiesta non ha trovato seguito. E ora, dopo le prime parole di denuncia, sembra che la maggioranza non abbia fretta nel fare chiarezza. Almeno per il momento, i furbetti sono “salvi”.