14 anni senza Papa Wojtyla. Ne sentiamo la mancanza. Altro che Bergoglio

Quattordici anni senza Papa Wojtyla. Senza i suoi sorrisi. Senza i suoi occhi rassicuranti. Senza la sua voce inconfondibile. Ci manca, Giovanni Paolo II, oggi più di ieri. Manca a quella comunità che si stringeva attorno a lui nei momenti difficili, a quei cattolici che si commuovevano quando si affacciava alla finestra di San Pietro, a quei fedelissimi che lo seguivano ovunque, in ogni Continente, affrontando lunghi viaggi. Furono 104 le sue “trasferte” in piazze stracolme, entusiaste, ricche di speranza. E tutti lì, presenti. Mancano le giornate mondiali della Gioventù, i giorni di Tor Vergata, i racconti della sua giovinezza, degli sport praticati e della sua Polonia. Non fu una passeggiata, il suo Pontificato. Non si possono dimenticare i momenti della grande paura: quel 13 maggio 1981, quando subì un attentato quasi mortale da parte di Ali Agca, il killer turco che gli sparò tre colpi di pistola in piazza San Pietro, colpendolo all’addome. Quell’immagine del Papa che si accasciava fu una di quelle rimaste impresse negli occhi di tutti, in ogni angolo del mondo. Così come tutti ricordano con dolore quel 2 aprile 2005 quando i telegiornali e le radio annunciarono che Woytjla era volato in cielo.

Quattordici anni senza il Papa di tutti, dunque. E basta andare sui social per capire quanto fosse amato. Foto, immagini, video, manchette con le sue frasi più famose: i profili facebook ne sono pieni. C’è chi ricorda la vigorosa azione politica e diplomatica contro il comunismo, chi sottolinea come Wojtyla fosse uno dei maggiori artefici del crollo dei sistemi del socialismo reale, controllati dall’Unione Sovietica. Altri ancora ricordano la sua lotta contro il capitalismo e il consumismo, cause di ingiustizia sociale. Così come la sua rigidità morale, l’opposizione strenua all’aborto e all’eutanasia. Uno di noi, dicono tutti. Un santo. Un vero Papa. E oggi questa esplosione di amore per Wojtyla dovrebbe far riflettere. In un mondo che sta precipitando sul piano dei valori, dove chi parla di famiglia viene addirittura criminalizzato, si percepisce il vuoto lasciato da una figura come quella di Giovanni Paolo II. Un vuoto incolmabile. Ogni paragone improponibile. Altro che Bergoglio.

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