Zingaretti nega il buco nei conti della sanità laziale la Corte dei Conti ha sospetti sulle Asl… Il buco continua a crescere!

Dallo staff dell’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, dicono che il presunto buco da un miliardo non c’è e, spiegano: “Se dopo dodici anni di commissariamento e oltre circa 50 tavoli di verifica ci fossero ancora misteri sui conti della sanità regionale dovremmo richiedere di commissariare il Ministero dell’Economia, quello della Salute e la Corte dei Conti che parifica i bilanci”.

“Il disavanzo del servizio sanitario regionale – scrivono dalla Regione Lazio – ossia la differenza annuale tra ricavi e costi è stato ridotto di oltre 40 volte. Partiva da circa 2 miliardi nel 2006 ed è stato ridotto a 45 milioni ultimo consuntivo certificato. Il dato finale 2018 sarà ancora migliore, ma attendiamo i tavoli di verifica. Il fondo di dotazione – benché negativo – è infatti una delle tante voci che compongono il patrimonio netto della sanità laziale; voce quest’ultima positiva per oltre 1 miliardo e mezzo di euro a garanzia della solidità finanziaria del sistema”.

“Gli interventi previsti dal decreto del Commissario ad acta 521/2018 – aggiungono -, che rappresenta un efficace strumento a disposizione delle aziende sanitarie ed è stato sottoposto ai Ministeri affiancanti, non hanno alcuna correlazione con il conto economico del 2018 il cui risultato conferma il trend di miglioramento già registrato negli anni precedenti e certificato dallo stesso Ministero a cui il consigliere Barillari si rivolge. Pertanto non vi è alcun ‘buco’ in bilancio come asserito dal vostro Giornale. Il tema del fondo di dotazione negativo risale tra l’altro alla riforma contabile del sistema sanitario nazionale del 1992. Attribuire quindi la responsabilità di tale posta contabile all’attuale amministrazione è clamorosamente strumentale. A tale riguardo la Regione Lazio ha adottato una metodologia ed un piano di lavoro che porterà a ricostituire la positività del Fondo di dotazione”.

Tutto bene quindi? Non proprio, se si considera quanto scritto, a dicembre 2017, dalla Corte dei Conti del Lazio nella relazione di accompagnamento alla parifica del rendiconto generale della Regione per il 2016. La relazione evidenzia: “Un eccessivo scostamento tra il risultato conseguito dalle gestioni aziendali ed il risultato conseguito dalla gestione sanitaria regionale, come registratosi in particolare per il 2016 per un valore pari a circa 440 mln, potrebbe essere sintomatico del perseguimento di un equilibrio più contabile che sistemico e stabile per il Servizio Sanitario Regionale al netto di misure od interventi non ripetibili all’infuori del piano di rientro e di una normativa ad hoc agevolativa”.
Ma c’è dell’altro nella relazione: “A dieci anni di distanza dall’approvazione del Piano di rientro dai disavanzi sanitari, il disavanzo sanitario (ante copertura), nei risultati tendenziali 2016-2018, presenti ancora un andamento crescente”.