Villaggi turistici, “animatori, donne sposate e minorenni”. Corna, cosa succede davvero

Cosa succedeva davvero nei villaggi turistici negli anni ’80? Lo rivelano Rosario Fiorello e Peppe Quintale nel documentario “Vivi-La filosofia del sorriso” su Prime Video. Al centro il mondo dei “missionari del benessere” Valtur, con tanto di testimonianze e filmati d’archivio. “Non era un mondo finto. Nei villaggi la gente veniva per divertirsi e tornare a casa felice – ha spiegato Fiorello nel film -. Nelle stanze non c’era la tv perché si doveva socializzare. Gli animatori erano animatori di contatto, gli influencer dell’epoca”.

“La trasgressione era d’obbligo. Si rimorchiava tantissimo. Ai miei animatori dicevo: evitate le sposate e occhio alle minorenni – ha ricordato Peppe Quintale, comico e a lungo capovillaggio, stando a quanto riporta il Messaggero -. Droga non ne girava, al massimo uno spinello. Ma capitava che a inizio stagione venisse in perlustrazione qualche cliente per capire se poteva acquistare in loco”. Altra protagonista di queste esperienze è stata Sonia Peronaci, la fondatrice del sito Giallo Zafferano, che lavorava al bar dei villaggi.

Anche Massimo Ghini, nei primi Ottanta, fu una delle colonne di questo tipo di divertimento. Fu lui infatti a portare l’adattamento teatrale nelle arene dei villaggi: “D’inverno facevo l’attore per Strehler, ma d’estate dovevo guadagnare”. E ancora: “Arrivai al villaggio con la presunzione del professionista e proposi un adattamento de ‘La gatta cenerentola’: fu un successo, vennero anche i francesi a vederlo. Ma d’inverno negavo: il villaggio era impresentabile agli intellettuali dell’epoca”. Il regista del documentario, Pasquale Falcone, ha detto: “Il turismo fai da te ha soppiantato la formula del villaggio, e internet ha cambiato le regole della socializzazione. Nei ristoranti un tempo si faceva casino. Ora stanno tutti attaccati ai cellulari”.