Vescovo difende Salvini: giusto tutelare i confini, più partono più muoiono. La bomba sulla Chiesa.

L’utilizzo dei simboli religiosi da parte di Matteo Salvini è stato duramente contestato, sia dai suoi avversari politici, sia da una grossa fetta della Chiesa.

A fare la differenza, però, ci ha pensato Michele Crociata, che ritiene che i simboli cristiani siano “belli“, a prescindere dalla circostanza in cui vengono mostrati.

Il fatto che Salvini rivendichi la cristianetà del Continente europeo, per il presule italiano, non costituisce un fatto di per sè contestabile.

La sua intervista a La Fede Quotidiana la dice lunga sulla sua posizione, per la quale esordisce così: “Per me il male assoluto è Satana, non Salvini”.

Per Crociata, difatti, le dinamiche politiche non dovrebbero essere poste al centro della vita della Chiesa.

La comparsa del rosario nei comizi di Salvini è stato ampiamente contestato ma, anche su questo punto, Crociata vuole approfondire la questione, e lo fa mediante due passaggi:
nel primo sottolinea lo smarrimento della “identità cristiana” e la bontà del fatto che “qualcuno ce la ricordi”, nel secondo, invece, è ancora più esplicito, specie quando rimarca di non aver “sentito tante proteste per la falce e martello donata e mostrata al Papa da un capo di Stato”.

E, come sottolineato da IlGiornale, il riferimento è a uno dei doni presentati da Victor Hugo Morales al Santo Padre durante una delle sue visite in Vaticano.

Ma la sue posizione sulla gestione del fenomeno migratorio è altrettanto esaustiva. Per il vescoco, infatti, un governante ha il dovere di
“garantire la sicurezza della nazione e il controllo della situazione”

Dunque, l’uomo di Chiesa condivide la linea restrittiva sui migranti?

Anch’egli è convinto “che più ne partono e più ne muoiono“.