Vergogna a Londra, medico attacca gli italiani: «Approfittano del coronavirus per non fare nulla»

 

Gli italiani stanno usando l’epidemia di coronavirus come scusa per fare una “lunga siesta”. La sconcertante dichiarazione arriva dal dottor Christian Jessen, medico-star del programma televisivo Malattie Imbarazzanti.

Coronavirus, il vergognoso attacco del medico-star
Il 43enne è intervenuto ai microfoni dell’emittente britannica Fubar Radio’s, dove ha parlato dell’attuale pandemia. Il medico si è detto d’accordo con le decisioni di Boris Johnson di ritardare la chiusura delle scuole. E, tra un commento e l’altro, la star di Channel 4 ha preso di mira l’Italia. «Potrebbe essere un pochino razzista da dire, dovete scusarmi, ma non vi sembra una scusa questa? Gli italiani, per qualsiasi motivazione, sono pronti a spegnere tutto e a smettere di lavorare, così da concedersi una lunga siesta», si legge su The Independent.

«È solo un brutto raffreddore»

Quanto all’attuale emergenza che ha ormai assunto le dimensioni di una pandemia ha dichiarato: «Penso veramente sia solo un brutto raffreddore e le persone sono molto più preoccupate di quanto dovrebbero». E poi ancora: «Voglio dire… l’influenza uccide migliaia ogni anno». E quando il conduttore gli ha fatto notare che dieci persone sono ormai morte nel Regno Unito per coronavirus, Jessen ha aggiunto: «Ora so che è tragico per coloro che sono coinvolti, ma non è esattamente un numero enorme rispetto all’influenza, che uccide migliaia di persone. Non colpisce le madri, non colpisce le donne incinte, non colpisce i bambini per quanto ne sappiamo. Allora perché questo enorme panico? Questo coronavirus è come un brutto raffreddore davvero, siamo onesti».

Non solo, quando il conduttore gli ha chiesto se è la stampa a creare l’allarme, ha rispose: «Totalmente. Totalmente. Penso che sia un’epidemia di Daily Mail… Beh, ovviamente è una vera epidemia, ma penso che siamo più preoccupati del necessario. Potrei essere costretto a rimangiarmi le mie parole, ma spero che ciò non accada».

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