Un positivo al ministero dello Sviluppo: evacuati tutti i dipendenti

Il coronavirus ha colpito anche il Mise. Alla sede del ministero dello Sviluppo economico, secondo quanto riportatto da Adnkronos, è in corso l’evacuazione dell’intero edificio di via Molise.

La decisione riguarda l’intero corpo personale di tutti gli uffici operativi del Mise. L’evacuazione è la conseguenza di un caso di positività al Sars-Cov2 registrato tra i dipendenti del ministero. Il personale del Mise, si apprende da fonti qualificate, dovrebbe rientrare al lavoro lunedì prossimo.

In un primo momento, si pensava che l’evacuazione potesse far saltare la riunione, prevista per oggi alle 12, che avevano programmato ieri sera ArcelorMittal e sindacati metalmeccanici, dopo un vertice serrato a cui aveva preso parte anche il titolare del dicastero dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli. “Stiamo aspettando che ci facciano sapere. L’azienda sta parlando col capo di gabinetto del ministero – dice all’agenzia Agi Antonio Talò, segretario Uilm Taranto -. Eventualmente potremmo fare la riunione anche in un posto diverso del Mise, penso che ArcelorMittal abbia anche una sede a Roma dove si appoggia, o al massimo possiamo spostare la riunione domani a Taranto”. Poi, però, dal ministero di via Molise hanno optato per l’altra sede romana del Mise. “La riunione in programma oggi alle 12 tra ArcelorMittal e sindacati a Roma, prevista nella sede Mise di via Veneto, è stata spostata negli uffici di via Sallustiana 53”, hanno riferito fonti sindacali, sempre all’Agi.

La notizia del’evacuazione del Mise arriva proprio mentre ilMessaggero diffonde l’indiscrezione di una possibile ulteriore proroga dello stato di emergenza. Un’ipotesi che segue di appena 24 ore il sì del Senato al prolungamento dell’emergenza fino al 15 ottobre. Con 143 voti a favore e 120 contrari Palazzo Madama ha concesso la fiducia al governo sul decreto legge. Il provvedimento, già approvato dalla Camera, entra quindi in vigore definitivamente. Ma ora, secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, si starebbe pensando a prorogare ulteriormente lo stato di emergenza fino almeno il 31 dicembre. La decisione, data come imminente, sarebbe dettata dalla crescita progressiva della curva dei contagi, ma soprattutto del numero di malati ricoverati in terapia intensiva.

Per ora, secondo quanto riferito a Il Messaggero da informatori vicini all’esecutivo, le alternative per far scattare lo stato di emergenza sarebbero tre. La prima, considerata meno papabile, prevederebbe di smontare pezzo per pezzo lo status mantenendo attive solo le porzioni ritenute ancora utili. L’opzione numero due prevederebbe invece una mini proroga di poche settimane del testo in essere e, infine, l’ ultima, la conferma dello stato di emergenza fino al 31 dicembre. La più temuta, ma anche la più probabile, almeno secondo gli esperti del Comitato tecnico scientifico allertati dagli ultimi sviluppi epidemici. Ma visti gli strascichi di polemiche seguiti all’ultimo rinnovo, la cosa più probabile, trapela da fonti governative, resterebbe ancora il rinvio della decisione sul da farsi. Almeno finché sarà possibile.