Ucciso nell’adempimento del dovere: Marco Pittoni, silenzioso esempio di legalità. Dopo 12 anni non svanisce il suo ricordo

(di sostenitori.info) “Colpo alle poste, ucciso un Carabiniere”, semplice e scarni i titoli di giornale. Sono passati ben 12 anni dal quel maledetto giorno. Come spesso accade, nel bene e purtroppo anche nel male il tempo cancella le tracce, irride la memoria.

Qualcuno però non si arrende a questa verità ed in qualche luogo, qualche mente, qualche sogno Marco Pittoni ancora vive.

Era il 6 Giugno 2008, una mattina tranquilla come tante a Pagani, un paese di poco più di 30mila abitanti in provincia di Salerno. Una mattina che avrebbe però segnato un po’ la storia del posto e consegnato un altro “eroe” alla storia dell’Arma, anche se di eroi l’Arma ne aveva già molti, senza bisogno di annoverarne ancora.

Ufficio postale del centro cittadino. In attesa Marco Pittoni, Carabiniere, classe ’75. Silenzio. Una trentina di persone in attesa. Ad un certo punto il coas interrompe quella calma abituale: un commando di rapinatori irrompe negli uffici.

Il Tenente, assegnato in zona da poco e presente sul posto ma senza l’abituale uniforme addosso, tenta di disarmare uno dei malviventi. Ha la peggio: durante la colluttazione parte un colpo che lo raggiunge alla gola.

Gli astanti sono sconvolti. Da fuori, accortosi degli eventi, sopraggiunge il Maresciallo Silvio Fierro che fino a pochi attimi prima attendeva alla macchina il ritorno del suo tenente. E’ proprio il maresciallo a quel punto a fare fuoco contro uno dei malviventi, che pochi giorni dopo sarà arrestato.

Ma non c’è tempo da perdere: il proiettile ha lesionato la carotide, il sangue che scorre è parecchio. Con l’aiuto di qualche presente il maresciallo carica in macchina il Tenente Pittoni per portarlo all’ospedale locale di Pagani. L’ufficiale è ancora cosciente, anche se peggiora ogni secondo di più a causa del dissanguamento.

Nel tentativo di liberare le vie respiratorie, i medici decidono di praticare una tracheotomia. L’operazione consente di guadagnare tempo. In ospedale è già pronta una equipe chirurgica ma il 33enne non fa neanche in tempo ad arrivarci. Alle 12.30, dopo diversi tentativi di rianimazione, i medici si arrendono all’evidenza. Il cuore di Marco cessa di battere.

 

Nel frattempo la notizia si è diffusa, fuori dall’ospedale decine e decine di persone. Quando il medico si affaccia, molti sono in attesa di buone notizie. Purtroppo non sarà così. In poco tempo, come consuetudine in questo caso, giungono al capezzale colleghi, Comandante Regionale del corpo, Questore, Prefetto, amministratori locali. Il resto è storia nota.

La rapina frutterà in totale 3000 euro. La banda verrà intercettata ed arrestata il giorno del funerale, ad eccezione di uno:  l’autore materiale dell’omicidio, un minorenne. In manette finiscono due ventenni ed un coetaneo del Tenente, tutti e tre di Torre Annunziata con precedenti penali alle spalle, perlopiù reati predatori.

Il quarto, l’esecutore, colpito dal proiettile del Maresciallo Fierro verrà individuato cinque giorni dopo perchè bisognoso di cure.

Successivamente, nel 2012, in seguito ad altre operazioni dei Carabinieri di Torre Annunziata si scoprirà che l’autore dell’omicidio non era nuovo a fatti di sangue. Il giovanissimo killer era figlio di un uomo di camorra della zona.

Per il fatto di Pagani, il killer è stato condannato nel 2010 a 17 anni e 2 mesi. Per gli altri imputati, maggiorenni, comminati rispettivamente 30 anni di carcere ai due che insieme al minorenne fecero irruzione, 20 anni al quarto componente che al momento dell’omicidio si trovava fuori dall’ufficio in auto. I tre maggiorenni sono stati accusati e condannati a vario titolo per omicidio aggravato, ricettazione, porto e detenzione di armi, rapina e resistenza a pubblico ufficiale.

Cosa resta oggi di Marco? Il ricordo di amici, familiari e colleghi. Nelle scorse ore a Pagani è stato ricordato con una cerimonia ed una corona di fiori. Troppo poco si è fatto per la memoria di chi per difendere l’incolumità di decine di persone, ha affrontato, senza alcun personale calcolo, i banditi.

Consapevoli di non poter contribuire poi tanto di più, uno spazio sul nostro sito abbiamo però deciso di dedicarglielo. E come ogni anno, abbiamo deciso di salutarlo, a modo nostro, senza retorica, con un articolo in ricordo del suo sacrificio.

Ciao, Marco..

(di sostenitori.info)