Trump bombarda l’Iran, la sinistra attacca la Meloni. Ma Schlein prende le distanze da Conte & Co
Nella notte, la regione mediorientale è stata teatro di un’escalation militare senza precedenti: gli Stati Uniti hanno condotto attacchi mirati contro obiettivi sensibili in Iran, tra cui siti nucleari considerati strategici. L’operazione ha avuto immediati effetti a livello internazionale, scuotendo anche l’Europa e, in particolare, l’Italia, dove il governo è stato prontamente messo in stato d’allerta per tutelare gli interessi nazionali.
A Palazzo Chigi, la premier Giorgia Meloni ha mobilitato le sue principali equipe, attivandosi subito con vari leader europei, tra cui il leader laburista Keir Starmer e il riferimento di Unione Cristiano Sofia Merz. Ma, sorprendentemente, tra le telefonate di solidarietà e analisi della situazione si è inserita anche quella con Elly Schlein, leader del Partito Democratico, con cui normalmente il centrodestra e il centrosinistra mantengono un confronto distaccato sui temi di sicurezza. In questa occasione, tuttavia, entrambe le forze politiche hanno condiviso la necessità di un’azione unitaria e responsabile per garantire la sicurezza dell’Italia.
Schlein si distingue dalla linea più critica adottata da altri esponenti della sinistra: “Serve unità” – ha affermato in una nota, mettendo in chiaro la volontà di distanziarsi dai toni duri di alcuni suoi alleati interni. La sua telefonata con Meloni, descritta da fonti del Nazareno come “costruttiva e lunga”, ha sottolineato la priorità di proteggere gli interessi italiani e di agire con fermezza ma anche con prudenza, evitando escalation potenzialmente pericolose.
Nel frattempo, il fronte politico interno si divide anche in modo più netto. Giuseppe Conte, leader del Movimento 5 Stelle, ha voluto prendere parola sui social: “Meloni continuerà a mettere la testa sotto la sabbia come fa da tre anni?”, ha scritto, accusando il governo di procedere in ordine sparso e di non affrontare adeguatamente la crisi.
Le critiche si sono fatte più dure con l’intervento di esponenti di maggioranza e opposizione. Riccardo Magi di +Europa chiede trasparenza: “Gli Stati Uniti hanno avviato una guerra senza consultare la Nato. Meloni deve venire in Parlamento a spiegare tutto”. Fratoianni di Avs ha invece insistito sulla necessità di una “inizativa diplomatica immediata”, mentre Laura Boldrini, ex presidente della Camera, si è spinta a chiedere una condanna ferma da parte di Meloni nei confronti di Donald Trump, ritenendo che “questa corsa verso l’autodistruzione sta rischiando di isolare l’Italia nel momento più cruciale”.
Sul fronte governativo, il Ministro degli Esteri Antonio Tajani ha richiamato l’attenzione sulla priorità della de-escalation, mentre il Ministro della Difesa Guido Crosetto ha lanciato un allarme più immediato: “Si apre una crisi molto più grande di quello che immaginiamo”. Due orientamenti diversi, ma convergenti nel voler proteggere l’Italia senza alimentare allarmismi ingiustificati.
L’episodio ha aperto anche una ferita politica nel centrodestra e centrosinistra: mentre Schlein cerca di guadagnare credibilità presentandosi come una voce responsabile, Conte si posiziona a sinistra della scena, cercando visibilità con il suo solito attivismo. La leader del PD, infatti, prova a lasciare alle spalle le tensioni interne, cercando di presentarsi come interlocutrice affidabile, ma rischia di alimentare divisioni all’interno dell’opposizione.
In questa fase, l’Italia resta in attesa, impotente di fronte a un conflitto che si allarga ai confini dell’Europa, mentre il dibattito politico interno si fa sempre più scivoloso.