Tre notti di guerriglia a Grenoble. Macron tace (sono immigrati e non gilet gialli)

Da tre giorni la Francia guarda con inquietudine a quanto sta accadendo a Grenoble. Nel quartiere di Mistral, dove tre abitanti su quattro sono immigrati, per la maggior parte maghrebini, la polizia non riesce neanche a entrare. Il bilancio provvisorio è di 65 vetture incendiate, negozi e banche devastate.

In alcuni video si vedono scene degne di Beirut. Bombe molotov piovono dai palazzi sulle vetture della polizia, agenti in assetto anti-sommossa sono costretti a fuggire. A scatenare l’inferno, la morte di due giovani pregiudicati locali di origini nordafricane. I due ragazzi sono morti schiantandosi con lo scooter contro un bus mentre tentavano di sfuggire a una pattuglia della polizia locale. Il tragico episodio ha scatenato la furia degli abitanti del quartiere (nota piazza di spaccio della città). Pare che dietro la guerriglia vi siano i clan di spaccio della zona, gestiti da maghrebini, che in questo modo hanno reso il quartiere come zona franca.

Il sindaco di Grenoble ha lanciato inutilmente appelli alla calma e alla moderazione. Da tre notti incendi e raid si susseguono all’interno del quartiere sud della città. All’interno del quartiere sono state allestite delle vere e proprie barricate. Due agenti antisommossa sono stati feriti da proiettili e bottiglie molotov lanciate dagli edifici e la polizia ha detto che un sospetto è stato arrestato per aver lanciato pietre, una donna è stata ricoverata in ospedale dopo aver inalato il fumo. I teppisti hanno anche incendiato un palazzo che sarebbe dovuto diventare la nuova sede del municipio di quartiere.

L’imbarazzato silenzio del presidente Macron
Inutile dire che sulla guerriglia in corso a Grenoble Macron è silente. Il motivo? Non sono gilet gialli, ma cittadini adottati dalla Francia come simbolo d’integrazione. Sarebbe troppo imbarazzante per il presidente francese dire che il problema della Francia non sono i manifestanti, ma i delinquenti.