Torino, il virus peggiore è la disumanità. Senzatetto accampati sotto il comune

I senzatetto di Torino protestano. Da oltre una settimana, in piazza Palazzo di Città, sede del comune di Torino, i senzatetto occupano con le tende chiedendo assistenza, a seguito della rimozione dei moduli abitativi in Piazza D’Armi. I moduli abitativi infatti sono adibiti per la stagione invernale e poi smontati verso il mese di marzo. Ma in questo periodo di emergenza coronavirus, gli avvocati dei senzatetto sostengono che il Comune avrebbe dovuto lasciarli, onde evitare ulteriori problemi per la salvaguardia della salute pubblica.

Torino, è emergenza senzatetto

Tra gli occupanti vi sono anche italiani che hanno perso il lavoro, tra cui un maestro di golf, poi extracomunitari con permessi di soggiorno, extracomunitari con permessi di lavoro, extracomunitari anche senza documenti. L’avvocato Gianluca Vitali sostiene che non riescono a interloquire con il Comune per poter trovare soluzioni temporanee all’emergenza. Queste persone da giorni non possono lavarsi e neanche andare in bagno, dato che come è noto anche i bar e le strutture varie sono chiuse per l’emergenza.

Proposta la struttura dell’ospedale Maria Adelaide

L’avvocato ha parlato con la prefettura e la questura ma chiede l’intervento del comune o della Regione Piemonte. Il legale fa presente che si potrebbero utilizzare varie strutture tra le quali ad esempio l’ospedale dismesso Maria Adelaide. Il comitato TorinoinMovimento da anni si occupa anche del delicato tema dei clochard. La presidente Federica Fulco si è quindi rivolta al consigliere comunale Raffaele Petrarulo, chiedendo di proporre come sistemazione temporanea proprio l’ex ospedale Maria Adelaide. Che tra l’altro era già stato considerato in precedenza dallo stesso consigliere per l’emergenza coronavirus.

Il consigliere quindi ha annunciato che chiederà nelle prossime ore di utilizzare l’ospedale per l’accoglienza di queste persone che hanno bisogno di un riparo. Paradossalmente sotto alle tende si legge il manifesto:”La città dei beni comuni”. Un manifesto che suona stonato, in questa situazione di emergenza senza una data di scadenza.