TIRA UN CALCIO ALLA PANCIA DELLA COMPAGNA INCINTA: MUORE IL BIMBO

Storie agghiaccianti, storie dell’orrore, in cui giustizia non è stata fatta. C’è un bimbo morto, a causa dei maltrattamenti subiti da parte del fidanzato della donna che gli ha dato la vita, e un assassino che vive beatamente.

C’è un neonato, riposto in una bara bianca da diversi anni, una giovane donna che lo ha portato in grembo, che lo ha sentito scalciare, che ha desiderato ardentemente metterlo al mondo, ma che non ha più lacrime per piangere.

Un sogno, quello della maternità, infranto per sempre, per mano di un orco che aveva le sembianze del suo fidanzato. La storia che sto per raccontarvi, credetemi, ha innescato fortissime polemiche sul web.

Tutti hanno chiesto pene esemplari ma, a quanto pare, la giustizia non ha stabilito affatto questo. Così c’è una madre orfana del suo bimbo, dopo averlo messo al mondo, dopo aver sentito il suo primo vagito, il suo primo inno alla vita.

E’ una donna che continua a non darsi pace, a chiedersi come sia stata possibile una decisione giudiziaria del genere. Premetto che i fatti risalgono al 2019 ma, ad oggi, la storia è rimasta impressa nel cuore di tante donne che sono immedesimate in questa povera ragazza. Vediamo, in dettaglio, cosa è accaduto.

I primi calcetti in pancia, i primi acquisti, le prime tutine, i primi giocattolini. Tutto pronto per la nascita del suo piccolo, fino a quando Johnny Charles Ebbs V, l’ha picchiata barbaramente, sferrandole un calcio sulla pancia, mentre era in avanzato stato di gestazione. Il bimbo è nato prematuro, riportando, però, gravi lesioni a causa delle percosse, al punto da non riuscire a sopravvivere.

I medici, infatti, ne constatarono il decesso solo 3 giorni dopo essere venuto al mondo. Una storia dell’orrore, cui si aggiungere l’orrore della giustizia (se così si può chiamare). Proprio ieri, è arrivata la sentenza che ha deciso che l’assassino non debba scontare neanche un giorno di carcere, accogliendo la richiesta di patteggiamento dell’individuo.

Eppure è stato lui, reo confesso, a picchiare e uccidere il bimbo, nel 2019, nella contea di Travis, in Texas. La sentenza definitiva, arrivata ieri, 20 ottobre 2022, è stato un colpo al cuore per la giovane donna che,oltre ad essere stata brutalmente maltrattata, e aver perso il suo bambino, deve fare i conti con un carnefice libero di reiterare il reato.

Tutto sarebbe iniziato da un litigio, dato che tra loro le discussioni erano all’ordine del giorno. Prima i toni alti, le urla, gli insulti verbali, poi,  il passaggio alla violenza fisica. Una violenza inaudita, con calci e pugni sferrati nella pancia della vittima e il parto d’urgenza in ospedale, per cercare di salvare il piccolo in grembo. Purtroppo, sin dalla sua nascita, le sue condizioni erano disperate ed il tragico epilogo è subentrato 3 giorni dopo. Troppo forti i colpi subiti, troppo gravi i traumi riportati. Nonostante i medici abbiano fatto il possibile per salvarlo, si sono dovuti arrendere.

Ieri, con la sentenza definitiva, l’ennesima morte inferta ad una giovane donna che nella vita ha affrontato la perdita di un figlio, il peggior dolore che una madre possa provare sulla sua pelle. I giudici hanno emesso un verdetto a dir poco aberranteJohnny Charles Ebbs V dovrà semplicemente indossare un braccialetto elettronico per 6 mesi per monitorare i suoi spostamenti. Dopodiché sarà ufficialmente un uomo libero, quindi anche libero di continuare a uccidere, con le armi che non ha mai restituito. E’ questo il prezzo da pagare per aver ucciso un bambino?