Terremoto in Albania, sale il bilancio delle vittime: 21 morti. Si scava tra le macerie per trovare superstiti

È di almeno 21 morti e 600 feriti il bilancio del terremoto di stanotte sulla costa nord dell’Albania, mentre si scava tra le macerie di diversi palazzi crollati alla ricerche di decine dispersi. Almeno due dei morti sono bambini. Con una magnitudo di 6,2 si tratta del sisma più potente nella storia recente dell’Albania. Il terremoto è avvenuto in piena notte, alle 2.54, sorprendendo nelle abitazioni la maggior parte della popolazione. 

Si aggrava ulteriormente il bilancio delle vittime del terremoto in Albania. Il ministero della Difesa albanese ha reso noto che finora sono 15 le persone che hanno perso la vita. Proseguono intanto le operazioni di soccorso: 41 persone sono state tratte in salvo dalle macerie di alcuni palazzi e abitazioni crollate. Una nuova scossa di terremoto, di magnitudo 5, è stata registrata pochi minuti fa in Albania, a nord di Durazzo.

L’HOTEL CROLLATO
Un albergo nella zona balneare di Durazzo è crollato uccidendo almeno quattro persone. Si tratta dell’hotel quattro stelle Vila Palma, di tre piani. Tra le vittime ci sono due donne e, secondo i media locali, un anziano e suo nipote adolescente. Uomini dell’esercito e della protezione civile sono al lavoro da poco dopo le 4 tra le macerie di un palazzo a Durazzo e di altri tre a Thumana, dove sono stati tratti in salvo per ora due bambini. A Kurbin un uomo è morto invece dopo essersi gettato dal balcone per tentare di mettersi in salvo. Una donna anziana è morta a pochi passi dai due nipotini che invece si sono salvati. Da più parti viene ricordato che la maggior parte dell’edilizia albanese fino a pochi anni fa e soprattutto nei centri minori, non rispondeva a criteri antisismici. 

GLI ITALIANI
Non risultano per il momento italiani coinvolti: sono circa 25mila i connazionali che abitano in Albania soprattutto per motivi di lavoro: molto forte l’interscambio commerciale con Tirana, numerosi gli imprenditori italiani che hanno aperto attività al di là dell’Adriatico anche nel settore turistico in  piena espansione. Importante è anche il numero dei call center al servizio di attività italiane e internazionali. La distanza fra la costa pugliese e quella albanese è di appena 85 chilometri nel tratto più stretto del canale di Otranto. Il Governo italiano ha già inviato aerei da trasporto attrezzati per i primi soccorsi in caso di calamità naturali.

 

IL LEADER
«Un potente terremoto», che «ha causato gravi conseguenze e purtroppo abbiamo perduto vite umane». Queste le prime parole del premier albanese Edi Rama: «Tutte le risorse dello stato sono state mobilitate fin dal primo momento dopo la scossa», ha aggiunto Rama, garantendo che «stiamo lavorando intensamente per salvare ogni possibile vita umana a Durazzo e Thumane».

PAURA IN PUGLIA E ABRUZZO
Le scosse con epicentro in Albania sono state distintamente avvertita anche in Puglia, Basilicata, Molise, Abruzzo,  e gran parte della Campania. In tanti, anche chi abita ai piani bassi degli edifici, si sono svegliati (lo sciame è iniziato poco prima delle 4 di notte) e hanno chiamato i centralini dei vigili del fuoco. Non si segnalano tuttavia danni in Italia, come sottolinea il governatore della Puglia, Emiliano, che ha alle 6 ha diffuso una nota via tweet per tranquilizzare la popolazione.

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LO SCIAME SISMICO
l terremoto di magnitudo 6.4 della scala Richter che nella notte ha colpito l’ Albania era stata preceduto il 21 settembre scorso da un sisma di magnitudo 5,6 che aveva danneggiato circa 500 edifici ed era stato considerato come il più forte degli ultimi 30 anni. Il terremoto più devastante nella storia dell’ Albania risale al primo giugno del 1905, quando almeno 120 persone morirono a seguito di una scossa di magnitudo 6.6.

L’Istituto sismologico albanese riferisce di circa 50 repliche di magnitudo tra 4.2 e 5.4 seguite alla forte scossa di terremoto di magnitudo 6.5 di stanotte vicino Durazzo. I media locali riferiscono che in diverse città è saltata la corrente e i soccorritori sono al lavoro per segnalazioni di edifici crollati.

LA FARNESINA E IL NUMERO DI EMERGENZA
«Abbiamo attivato l’Unità di crisi della Farnesina, stiamo monitorando la situazione» per capire se ci sono cittadini italiani coinvolti nel terremoto in Albania. «Allo stato non ci risulta nessun italiano». Lo ha detto il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, ad ‘Agorà’ parlando del terremoto in Albania.

 

«L’Unità di Crisi è stata immediatamente attivata ed è al lavoro sin da questa notte per le opportune verifiche con la nostra ambasciata a Tirana», si legge in un tweet della Farnesina.

L’EUROPA
«La mia fraterna vicinanza al popolo e allo Stato di Albania duramente provati dal gravissimo terremoto di questa notte. L’Europa al vostro fianco c’è. E ci sarà». Così su Twitter il presidente del Parlamento europeo David Sassoli.

GLI AIUTI
«Dall’Italia sono partiti i primi aiuti. Il premier Conte ha inviato aerei con delle unità speciali»: lo ha annunciato su Twitter il premier albanese Edi Rama. Anche la Grecia ha inviato aerei, ha aggiunto il premier, sottolineando che anche i presidenti francese Emmanuel Macron e turco Recep Tayip Erdogan hanno dato la loro disponibilità ad assistere il Paese. Dal Kosovo intanto sono partite le unità del genio. «Tutti gli amici dell’ Albania si stanno attivando rapidamente», ha concluso Rama.

L’IMPRENDITORE ITALIANO
«Dalle informazioni attualmente in nostro possesso, per fortuna, nessuno dei nostri dipendenti ha subito danni e anche quelli alle strutture della sede sono di lieve entità. Aspettiamo di avere informazioni più precise nelle prossime ore». Lo dice ad Adnkronos/Labitalia Domenico Ricco, Operation Director Facile.it, azienda di call center che nella sede di Tirana conta su qualche centinaio di dipendenti e che si occupa anche di supportare alcuni clienti italiani. «Oggi abbiamo deciso di tenere chiusa la sede di Tirana. Le priorità dei ragazzi che lavorano con noi in quella città oggi sono altre. Molti hanno le famiglie che vivono fuori dalla capitale e, giustamente, le stanno raggiungendo», spiega Ricco. La situazione è sotto controllo ma Ricco ancora non fa previsioni sulla riapertura. «È presto per dirlo: chiaramente – spiega – monitoriamo la situazione e decideremo poi, l’importante è garantire la massima sicurezza ai nostri dipendenti». L’ Albania è stata e ancora continua ad essere una terra vantaggiosa per chi vuole investire nel settore dei call center. «Negli anni abbiamo investito molto in termini di formazione e creazione di professionalità per la sede di Tirana che, per quanto ci riguarda, non è certamente un call center come molti lo intendono. Per noi, quindi, quell’investimento continua a rappresentare una parte importante dell’azienda», conclude Ricco.

IL MEDICO ITALIANO
Tanta paura anche tra gli italiani che vivono a Tirana. «Sembrava non finisse mai, una scossa interminabile, spaventosa: ero sul divano, mi sono catapultato in strada tra il panico generale, le urla, i pianti dei bambini e i cani che abbaiavano nervosamente», racconta Emiliano Giampà, un medico italiano che vive in Albania. A Tirana, comunque, non sembra ci siano stati molti danni, anche se la città è avvolta dalla polvere e calcinacci: «Al momento non mi risulta ci siano state vittime qui, solo un grande spavento», aggiunge. «Collaboro con la Croce Rossa e siamo in contatto costante ma per ora, come medici, non siamo stati allertati», conclude Giampà.