Striscia la Notizia: Vittorio Brumotti minacciato di morte

Ieri sera, Striscia la Notizia ha trasmesso le immagini del giro dello spaccio nel palazzone popolare “Ferro di cavallo” in via Tavo a Pescara… uno spaccio che continua, nonostante le denunce e i blitz delle forze dell’ordine.

A realizzare questo documentario, volto a smascherare lo spaccio di droga, è stata la troupe dell’inviato in bici del tg satirico di Antonio Ricci, Vittorio Brumotti e le immagini sono state mandate in onda all’ora di punta su Canale 5.

L’accaduto

Ieri, 21 febbraio, Vittorio Brumotti è tornato a Pescara per un’udienza in tribunale relativa all’aggressione del 2019, quando lui e la sua troupe vennero malmenati. Brumotti ha colto l’occasione per tornare nuovamente al Ferro di Cavallo, nella zona di Rancitelli, allo scopo di verificare se ci sia ancora lo spaccio quotidiano di droga.

L’inviato di Striscia, nel 2019, documentò con dovizia di particolari tutto: da quando viene agganciato da un personaggio con il cappello blu, che nel video chiama “il Grande gufo”, fino alla parola chiave per farsi aprire la porta di casa da qualcuno, “Il Cavaliere del lavoro”, del palazzo che si affaccia sull’uscio e gli passa la dose . E così subito dopo, quando alla porta gli apre una donna.

Anche in quest’occasione, il clima è subito diventato incandescente e l’inviato è stato minacciato di morte da una donna che vende cocaina ai tanti clienti in fila davanti alla sua porta di casa.. Tra le minacce a Brumotti “Ti spareranno in fronte. Devono morire tua mamma e tuo padre”,. La donna, prendendolo a schiaffi, gli ha urlato: “Cesso. Buffone. Hai rotto il ca**o. Sei una mer*a. Devi morire sotto un camion. Tu devi fare un incidente mortale. Devi morire di Covid. Devi prendere un tumore”.

La cosa è andata avanti con secchiate d’acqua, lanci di bottiglie e altri oggetti, tra cui addirittura una pentola. Anche in questa occasione, Brumotti e la troupe di Striscia sono stati salvati dall’intervento tempestivo delle forze dell’ordine. L’episodio ha suscitato profonda indignazione nei telespettatori.