“Stop al green pass”. C’è la data, ma è giallo sull’abolizione della certificazione anti Covid

Covid Italia, dopo lo stop alle mascherine, la data sull’abolizione del Green Pass. Ci si allontana sempre più da uno stato di emergenza, con la fine prevista il 31 marzo. E non solo. Dopo l’abbandono dell’uso delle mascherine sia all’aperto che al chiuso, qualche novità arriva anche in merito alla tanto discussa certificazione verde.

A diffondere la notizia sullo stop al Green Pass, la testata giornalistica Open dopo quanto appreso dal sottosegretario alla Salute Andrea Costa. “Ora siamo all’inizio di una nuova fase, con la solita gradualità si allenteranno le altre misure come le mascherine al chiuso e il Green pass”, ha affermato il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

Covid Italia abolizione Green Pass Andrea Costa

E stando a Stando a quanto riporta Open, verrebbe eliminato solo alla fine di giugno, per i più ottimisti dal 15. Per il sottosegretario sarebbe proprio la campagna vaccinale ad aver avuto una grande influenza. “In una fase iniziale il Green pass ha permesso le riaperture, è uno strumento che ci ha aiutato. Ha avuto anche la funzione di monitorare i contagi e incentivare le vaccinazioni”, sottolinea Andrea Costa.

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E sull’abolizione del Green Pass, a favore si schiera anche l’infettivologo Matteo Bassetti, il quale arriverebbe ad anticipare a marzo: “Se il suo obiettivo era quello di far vaccinare la popolazione, probabilmente entro la fine di marzo dovremmo raggiungere l’immunità di sicurezza, con oltre il 95% degli italiani vaccinati”.

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Matteo Bassetti a tal proposito aggiunge: “Forse varrebbe la pena lasciarlo per chi deve prendere un aereo o un treno di lunga percorrenza, ma per gli altri usi se ne potrebbe fare a meno”. Quindi se da un lato il Green pass resterebbe obbligatorio fino al 30 giugno 2023, ma solo per gli spostamenti tra i Paesi membri Ue.

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Da fine giugno in poi ciascun Governo sarebbe libero di scegliere cosa fare entro i suoi confini. Ma come riportato su Libero Quotidiano: “Ci si chiede, però, se sia legittimo continuare a considerarlo obbligatorio, vista la fine dello stato di emergenza a fine marzo”.