“Spudorati e poltronisti” L’ira di Salvini su Conte e Pd

Matteo Salvini non ha alcun dubbio: dietro al governo giallorosso nascente c’è un disegno più ampio, probabilmente di quei poteri forti europei che hanno interesse a rendere l’Italia un Paese debole.

L’ira del leader leghista è inarrestabile e parla di 5 stelle e Pd come di «spudorati e poltronisti».

Lo ha detto senza mezzi termini ieri, all’uscita del colloquio con il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

«Al Capo dello Stato – ha detto – abbiamo espresso lo sconcerto non della Lega, ma di milioni di italiani di fronte all’indecoroso spettacolo e teatrino della guerra delle poltrone che si sta verificando da giorni. Mattarella chiedeva un candidato presidente del Consiglio – ha chiarito -, un progetto e una maggioranza ampia. Il candidato premier probabilmente lo hanno trovato a Biarritz su indicazione di Parigi, Berlino e Bruxelles». E ha azzardato ironicamente un «Monti bis. Probabilmente – ha proseguito – a qualcuno davano fastidio un’Italia, un popolo e un governo che stavano restituendo orgoglio, dignità, sovranità e futuro alle famiglie e alle imprese e infatti tutta la storia di questi giorni ci sta confermando che non ci avrebbero mai permesso una manovra importante e coraggiosa fondata sulla flat tax».

Per Salvini «è questo ciò che ha portato ai no del presidente Conte. Dal Pd – ha commentato – ci si aspetta di tutto. È un partito incredibile che nel nome della poltrona chiede discontinuità con lo stesso presidente del Consiglio che andrebbe a fare un consiglio dei ministri nello stesso mese coi ministri della Lega e i ministri del Pd». In effetti 5 stelle e Partito democratico avrebbero una minoranza risicata, con voti raccattati qua e là, a seconda del momento.

«Tutte le elezioni degli ultimi anni – ha specificato – hanno visto un unico partito perdere sistematicamente ed è il Pd. Milioni di italiani si staranno chiedendo a cosa serve votare se quelli che noi mandiamo a casa alle consultazioni mi tornano dalla finestra con giochi di palazzo. Dignità vorrebbe dire che ci fossero le elezioni. La sovranità appartiene al popolo».

Poi ha sottolineato la discordanza palese tra i due partiti: «Chi ha paura del voto può scappare per un mese, per sei mesi o un anno, ma non può scappare all’infinito. L’unico collante che ho intuito in questi giorni è l’odio nei confronti della Lega».

Quindi l’affondo: «Non entro nell’ambito delle scelte dei 5 stelle che mi sembra siano abbastanza dibattuti al loro interno, ma mi soffermo sulla spudoratezza del partito delle poltrone che si chiama Partito democratico, che è il partito di Bibbiano, di Banca Etruria, della legge Fornero. Noi siamo pronti».

La Lega è compatta, almeno a livello di dirigenza e Salvini non sembra temere chi lo accusa di aver consegnato il Paese in mano al Pd.

Chiede elezioni e dice: «Questo è il primo governo che ancor prima di nascere ha già cominciato a litigare».

In effetti, Mattarella ha chiesto una maggioranza solida ed è difficile si riferisse a un esecutivo che parte con rattoppi e accordi a denti stretti.

«Non sarebbe più corretto e risolutivo – ha spiegato il ministro dell’Interno – far votare gli italiani e per 5 anni avere una maggioranza solida»?

E ha concluso: «La verità è che 60 milioni di italiani sono in ostaggio di 100 parlamentari che hanno paura di mollare la poltrona. La Lega – ha assicurato – rimane baluardo, garanzia, certezza di futuro in questo Paese. Non vinciamo tra due mesi? Non abbiamo fretta, manteniamo ben saldi i piedi per terra».