Spari contro il candidato alla presidenza, è grave: colpi anche alla testa

Spari contro il candidato alla presidenza, è grave: colpi anche alla testa – La politica colombiana sprofonda di nuovo nell’incubo della violenza armata: il senatore conservatore Miguel Uribe, classe 1986, tra i candidati di punta alle presidenziali del 2026, lotta fra la vita e la morte dopo essere stato colpito da tre proiettili (due alla testa e uno al ginocchio), mentre si trovava a Bogotá. In una campagna elettorale che già si annunciava aspra, l’attacco infrange ogni residua speranza di tregua e impone domande urgenti sulla tenuta democratica del paese.

Colombia sotto shock dopo un grave episodio di violenza politica avvenuto durante un comizio elettorale a Bogotá. Nella serata di domenica, un uomo ha aperto il fuoco contro il candidato alla presidenza Miguel Uribe, colpendolo anche alla testa, in un attacco che ha lasciato il paese incredulo e preoccupato per la stabilità democratica.

L’incidente si è verificato in un quartiere popolare della capitale, mentre Uribe era sul palco, circondato dalle bandiere del suo partito. Un video diffuso rapidamente sui social e dai media mostra il momento in cui una raffica di colpi lo investe alle spalle, provocando scompiglio tra il pubblico e il panico tra le forze di sicurezza. Pochi istanti dopo, collaboratori e volontari lo hanno trasportato d’urgenza su un’auto bianca, con il volto e la camicia intrisi di sangue, verso l’unità di emergenza più vicina.

Le prime ricostruzioni indicano che il proiettile ha perforato il cranio di Uribe, che è stato sottoposto a un intervento chirurgico d’urgenza. I chirurghi hanno estratto un proiettile dal cranio, mentre un secondo proiettile rimane ancora incastrato in una zona difficile da raggiungere. Le condizioni del candidato sono considerate critiche ma stabili, e la famiglia ha chiesto rispetto e riservatezza in questo momento difficile.

Un uomo è stato arrestato sul posto, ripreso dalle telecamere mentre si avvicinava di soppiatto al palco e ha sparato a bruciapelo. Le autorità stanno indagando per verificare se l’attentatore abbia agito da solo o se ci siano reti di mandanti politici o criminali dietro l’attacco. La polizia sta inoltre analizzando eventuali collegamenti con gruppi paramilitari, narcotrafficanti scontenti delle proposte di Uribe o fazioni estremiste che mirano a sabotare il processo elettorale.

Il ministro della Difesa ha definito l’accaduto un «attacco contro la democrazia», mentre la ministra degli Esteri, Laura Sarabia, ha espresso sui social media solidarietà e speranza di pronta guarigione per Uribe. Dal palazzo presidenziale è arrivata una condanna «categorica ed energica» da parte del presidente Gustavo Petro, che ha sottolineato come colpire un candidato significhi minare le fondamenta della libertà di pensiero e della democrazia stessa.

L’episodio ha suscitato reazioni internazionali, con il segretario di Stato statunitense Marco Rubio che ha condannato l’attentato come una «minaccia fatale alla democrazia» e ha invitato il governo colombiano a moderare i toni e a rafforzare la protezione dei funzionari pubblici. La storica attenzione degli Stati Uniti per la stabilità della Colombia, paese strategico nella lotta ai cartelli della droga e nella regione andina, si riflette in queste parole.

Sul fronte investigativo, le autorità hanno istituito un’unità speciale composta da forze di polizia, intelligence militare e magistratura, con l’obiettivo di approfondire ogni possibile collegamento dell’attentatore con gruppi estremisti, narcotrafficanti o reti criminali. La pista del «lupo solitario» non convince del tutto gli inquirenti, che ricordano le tragiche storie di omicidi politici come quelli di Jorge Eliécer Gaitán e Luis Carlos Galán.

L’attentato ha provocato un forte impatto sulla campagna elettorale, sospendendo tutte le manifestazioni pubbliche per 48 ore «per rispetto e sicurezza». I social sono esplosi di hashtag come #FuerzaUribe, #NoALaViolencia e #DemocraciaEnRiesgo, mentre nelle strade di Bogotá sono state rafforzate le pattuglie e i blocchi stradali per prevenire disordini.

Mentre il bollettino medico di Uribe rimane incerto, il paese si interroga sulla tenuta delle sue istituzioni e sulla capacità di affrontare questa crisi. La speranza è che il candidato possa superare questa prova difficile, simbolo di una democrazia colombiana che ancora una volta si trova a dover negoziare la propria sopravvivenza con la violenza e l’odio politico.