Si sente male dopo la terza dose e muore 30 giorni dopo: l’esito dell’autopsia va oltre la presa per i fondelli. Famiglia furibonda: si sono inventati che fosse cirrosi epatica

LEVERANO (Lecce) – Nessuna correlazione tra la terza dose di vaccino e il decesso. Queste le conclusioni messe nero su bianco nella parte finale della consulenza dai medici legali Francesco Introna e Francesco Bruno delagti dalla pm della procura di Bari, Angela Maria Morea, a verificare un nnesso tra la morte di una 55enne di Leverano e la somministrazione del siero anti Covid. La vicenda è riportata da www.corrieresalentino.it

Di più: a detta dei consulenti la donna soffriva di una pregressa cirrosi epatica. Un esito per certi versi sorprendente se si pensa che la donna salentina godeva di ottima salute e mai e poi mai avrebbe accusato problemi di tale natura.

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Dopo la terza dose di vaccino, però, le sue condizioni si sono aggravate rapidamente e in pochi giorni è finita nel reparto di terapia intensiva del Policlinico di Bari da dove non è più uscita. Sono stati i familiari (il marito e i due figli) a sporgere una denuncia assistiti dall’avvocato Donato Mellone e a mettere nero su bianco gli ultimi giorni di vita della donna.

Con doppia dose di vaccino (Pfizer), lo scorso 20 dicembre la donna si presenta presso l’hub vaccinale di Nardò per sottoporsi alla terza somministrazione (questo caso Moderna). Ricevuto il siero, la donna sviene e viene rianimata sul posto. Le danno dell’acqua; le misurano la pressione e torna a casa accompagnata dal marito. Nei giorni immediatamente successivi la situazione pare rientrare.

La donna, colta da un lutto in famiglia, sembra non accusare il contraccolpo. Si prodiga nell’organizzare i funerali; dà una mano ai parenti fino a quando – siamo agli inizi di gennaio – i figli non le notano gli occhi gialli. Accompagnata dal medico curante e poi da uno specialista viene immediatamente ricoverata nel reparto di gastroenterologia del Vito Fazzi dove viene sottoposta ad una terapia a base di cortisone che, però, non produce gli effetti sperati.

Le condizioni si aggravano e la donna viene trasferita d’urgenza presso il Policlinico di Bari e qui ricoverata in terapia intensiva dove muore il 26 gennaio scorso. Per i consulenti, però, la somministrazione del vaccino non avrebbe avuto in alcun modo un nesso con il decesso. A questo punto i familiari cercheranno di trovare “giustizia” tramite le vie civili.