Sgominata banda sinti: avevano case popolari e reddito di cittadinanza

«Inoltreremo la comunicazione all’Inps», ha annunciato il maggiore Emanuele Leuzzi dei carabinieri di Venezia. È la sola cosa che possono fare dopo aver sgominato la banda sinti che ha imperversato nel Nord Italia.

Tutta una palazzina assegnata dal Comune al boss

Bruna Hodorovich, 44enne capo della banda di sinti, è accusata dalla procura di Venezia di aver coordinato oltre 100 furti tra Venezia, Padova, Rovigo, Ferrara, Verona e Mantova, per un bottino da mezzo milione di euro. Beffa nella beffa, la donna era riuscita anche ad avere l’aiuto pubblico sia per la casa popolare sia per il reddito di cittadinanza. Oltre 900 euro al mese, secondo le indagini dei carabinieri. Non un solo appartamento, come riporta il Gazzettino.  L’Ater ha infatti assegnato un’intera palazzina per la sua famiglia.

Reddito di cittadinanza anche per la figlia del capo

Come scoperto dai carabinieri, la boss dei sinti non era la sola della famiglia ad aver avuto accesso al reddito di cittadinanza. Anche una delle figlie l’aveva ottenuto. Ora Bruna Hodorovich è finita in carcere con il marito Diego Fulle, 45, e altri 4 componenti della famiglia. In manette anche un cittadino marocchino di Noventa Padovana che ricettava la merce e la destinava in Marocco.

La banda sinti ha fatto 100 colpi in tre regioni

L’indagine è partita dopo le denunce della moglie 20enne del figlio, Patrik Hodorovich, 27 anni. La giovane donna era stanca di essere picchiata dalla mattina alla sera perché contraria alle razzie organizzate dalla boss dei sinti. La ragazza ha cominciato a collaborare con le forze dell’ordine e tracciare tutte le attività criminali del gruppo, dando il la alle indagini. Le attività di riscontro e le intercettazioni hanno permesso ai militari di mappare tutte le basi operative e individuare nei due suoceri della ventenne i vertici di un’associazione che in oltre 100 episodi di furto e rapina in Veneto, Lombardia ed Emilia. La banda ha accumulato refurtiva per oltre mezzo milione di euro. Ciò non ha tolto il reddito di cittadinanza, la casa popolare e chissà, forse anche con i buoni spesa del covid-19.  (foto Archivio Ansa)