“Sgombero farsa” alla stazione Tiburtina, i migranti tornano ad accamparsi

Sono ancora in strada, assembrati a ridosso il versante est della stazione Tiburtina, i migranti che lunedì scorso sono stati sgomberati dalle forze dell’ordine.

C’è chi bivacca sul marciapiede e chi tira calci ad un pallone, nessuno ha voglia di farsi riprendere o commentare. È un copione che si ripete, identico ogni volta.

È la stessa storia dal 2015, anno in cui nasce il primo insediamento di “dubliners” lungo i marciapiedi di via Cupa. Da allora sarà un continuo rincorrersi di sgomberi e nuove occupazioni, che porteranno gli stranieri ad avvicinarsi sempre di più allo snodo ferroviario, fino a piazzale Spadolini. Lo scoppio della pandemia poi ha giocato un ruolo determinate, tanto che l’area è stata letteralmente colonizzata. È qui che convergono gli stranieri senza fissa dimora che sperano di lasciare il Paese per raggiungere Francia e Germania. È la tappa intermedia di un viaggio che può durare anni.

Il giro di vite era annunciato. Nelle scorse settimane, infatti, la tendopoli è stata teatro di diverse aggressioni. La più clamorosa ai danni di una troupe di Mediaset, bersagliata dagli stranieri con lanci di pietre e bottiglie. Un caso isolato? Non si direbbe, visto che anche noi, sempre una settimana fa, siamo stati accerchiati da due inquilini dell’insediamento che ci hanno intimato di andarcene minacciando di spaccarci la telecamera. Episodi gravi, che hanno fatto discutere, suscitando rabbia e indignazione. Eppure, a nemmeno 24 ore dal blitz, Piazzale Spadolini è ancora un porto franco.

“I migranti non spariscono nel nulla e con la nuova ondata di sbarchi continueranno ad arrivare“, ci spiega un’attivista di Baobab Experience, l’associazione umanitaria che gestisce il presidio. “Vengono qui perché sanno di poter trovare un pasto caldo e assistenza legale”, racconta. “Noi siamo solo dei volontari, e non abbiamo le forze per poterli controllare tutto il giorno”, aggiunge prendendo le distanze dall’aggressione. “Non la giustifichiamo – mette in chiaro – ma proviamo a comprenderne le ragioni, i ragazzi non vogliono farsi vedere in queste condizioni e sono stressati per via di tutto quello che hanno passato”, conclude.

È dello stesso avviso anche Andrea Costa, coordinatore di Baobab Experience. “Siamo per la libertà di stampa e il diritto di cronaca ma ci sono diversi modi di fare giornalismo, filmare questi ragazzi senza neppure chiedere permesso e partendo dal presupposto che siano brutti, sporchi e cattivi non è corretto”, annota Costa. “Questi ragazzi hanno bisogno di essere ascoltati e non mostrati come fossero animali allo zoo, non sono loro il degrado di Roma, fermo restando – puntualizza – che noi non siamo responsabili delle loro azioni”. Secondo il numero uno dell’associazione, insomma, l’epilogo era scontato.

“Questa è una polveriera e chi si muove in situazioni difficili sa bene che deve farlo con attenzione”. In questi giorni le forze dell’ordine torneranno a piazzale Spadolini ogni mattina, per cercare di scoraggiare gli stranieri che ancora gravitano da lì. Non è questa la soluzione per Costa, che punta il dito contro il governo e le politiche europee. “Bisogna investire nell’accoglienza, dare un tetto ed un lavoro a queste persone significa togliere manovalanza alla criminalità, purtroppo però stiamo ancora aspettando qualcuno che abbia il coraggio di invertire la rotta sulle politiche dell’immigrazione”.

Certo, con la fine della stagione gialloverde, i tempi sono cambiati. “È un bene per questi ragazzi non avere più un ministro degli Interni come Salvini, che individua nei migranti la causa di tutti i mali di questo Paese, però anche ora si continua a non voler risolvere il problema, non ci troviamo di fronte a nessuna invasione ma ad un fenomeno che va governato”, conclude.

La delusione degli attivisti del Baobab, che anche stasera si preparano a distribuire pasti agli stranieri rimasti all’addiaccio, è la stessa dei residenti che chiedono alla prefettura di dotare il versante orientale della stazione di un presidio fisso delle forze dell’ordine. “Siamo alle solite, si riparte sempre dal via”, commenta amareggiato Fabrizio Montanini, portavoce del Comitato Beltramelli-Meda-Portonaccio. “Siamo di fronte all’ennesimo sgombero farsa. Cosa è cambiato? Nulla, noi residenti continuiamo a vivere nel degrado e nell’insicurezza”.