Sgombero del porto di Trieste, l’ordine sarebbe partito da Lamorgese (ma il Viminale smentisce)

L’ordine per lo sgombero del porto di Trieste sarebbe partito dalla Lamorgese, ma il Viminale sembra smentire questa tesi.

Sgombero del porto di Trieste: chi ha dato l’ordine?

Chi ha dato l’ordine di sgomberare il porto di Trieste durante le proteste contro il Green pass? Dopo quello che è accaduto il blitz della polizia è finito sotto accusa e sembra molto difficile riuscire a trovare il responsabile.

Matteo Salvini e Giorgia Meloni sembrano non avere dubbi e hanno subito puntato il dito contro Luciana Lamorgese, ministra dell’Interno. Secondo loro è stata lei a dare l’ordine di usare idranti e lacrimogeni e di caricare. Il Viminale, però, smentisce questa tesi e respinge ogni accusa. Ha addirittura aggiunto di non aver avuto nessun tipo di ruolo in questa decisione. Ma allora chi è stato a dare l’ordine? Secondo un retroscena riportato da Repubblica, la decisione dello sgombero del porto di Trieste è stata presa proprio a Roma, da dove hanno seguito alla tv quello che stava accadendo.

La decisione è arrivata alle 7 del mattino, mentre portuali e manifestanti si stavano radunando. Secondo il quotidiano, la ministra avrebbe deciso lo sgombero in contatto telefonico con il prefetto di Trieste Valerio Valenti. Non tutti nel ministero sembravano essere d’accordo, per svariati motivi. Prima di tutto perché era il giorno delle elezioni, ma anche perché davanti al porto stavano manifestando dei semplici lavoratori. Secondo i sindacati, neanche all’interno della polizia erano d’accordo con la decisione.

Sgombero del porto di Trieste: la polemica politica

Nonostante il disaccordo di alcune persone, lo sgombero è stato ordinato. “Non c’è stato alcun intervento diretto da parte della ministra durante le fasi delle operazioni di polizia, la decisione di sgomberare il parcheggio antistante al varco del porto è stata presa in sede di Comitato provinciale ordine e sicurezza pubblica tenutosi a Trieste nel fine settimana, al quale ha partecipato la ministra e di cui fanno parte il prefetto, il questore, il procuratore capo e altre istituzioni locali” è stato dichiarato dal Viminale.

Intanto si è scatenata la polemica politica. “Domani il ministro Lamorgese sarà in senato e io l’ascolterò e poi interverrò. Però mi spieghi perché lascia .tranquillamente assediare istituzioni a Roma gente che per legge non poteva essere a piede libero e ordini di usare idranti e lacrimogeni contro portuali e studenti a Trieste” ha dichiarato Matteo Salvini. “Sconcertanti le immagini che arrivano da Trieste. Gli idranti non sono mai stati usati al Rave Party nel Viterbese e neppure durante le manifestazioni a Roma contro quei delinquenti che hanno assaltato e vandalizzato la sede della Cgil. Ma si è pensato invece di utilizzarli a Trieste contro lavoratori che stavano pacificamente manifestando. Un atteggiamento inqualificabile. Un metodo, quello del ministro Lamorgese, che non comprendo e dal quale prendo le distanze” ha aggiunto Tiziana Nisini, sottosegretaria del Carroccio al Welfare.

La Questura ha fatto sapere che l’operazione di sgombero “ha avuto la durata di circa due ore e mezza, durante le quali gli operatori di Polizia e la locale Digos hanno messo in campo ogni possibile forma di mediazione con i manifestanti, dovendo alla fine procedere all’utilizzo di idranti e lacrimogeni per disperderli, secondo un uso graduale dei mezzi di dissuasione. Tra l’altro non è stata effettuata alcuna carica né è stato fatto uso dello sfollagente“. Le cariche sono state smentite, anche se dalle immagini diffuse sembrano esserci state.

Sgombero del porto di Trieste: la protesta va avanti

In serata sono arrivate notizie di nuovi scontri con le forze dell’ordine. “In questi giorni organizzeremo un corteo perché la protesta non si ferma e continueremo a monitorare la situazione. Insieme fino al l’abrogazione di queste leggi discriminatorie e liberticide” hanno dichiarato dal coordinamento della protesta. Tutti i manifestanti si sono spostati al porto vecchio, ma non vogliono fermare la protesta. Nella giornata di sabato 23 ottobre avranno un incontro con il ministro dell’Agricoltura Stefano Patuanelli, ma hanno richiesto anche la presenza del ministro della Salute Roberto Speranza. Trieste è diventata la capitale delle proteste contro il Green Pass. “Nel momento in cui incontreremo il governo chiederemo che venga tolto questo decreto che lede i principi e le libertà e la Costituzione e anche l’obbligo vaccinale. Finché non ci sarà l’incontro nessuna piazza si scioglierà e saremo qui ad aspettarlo” ha dichiarato Stefano Puzzer.