Sgarbi ufficializza la candidatura a sindaco: “Gualtieri o Calenda? Solo io posso magnificare la città”

 

“Il centrodestra converga sul mio nome o se ha un candidato migliore parliamone, possiamo trovare un accordo in cambio del posto da assessore alla cultura”. Vittorio Sgarbi, con la lista Rinascimento, ufficializza la sua candidatura a sindaco di Roma, durante un incontro con la stampa in piazza Navona. Un primo annuncio era già stato fatto settimane fa con tanto di presentazione dei candidati per i municipi. In più occasioni poi il noto critico d’arte si è scagliato contro Virginia Raggi, tanto da essere stato condannato al pagamento di un risarcimento di mille euro per diffamazione ai suoi danni.

“Ho avuto il privilegio di vivere in quel campanile di sinistra per dieci anni”, esordisce ieri in conferenza stampa indicando Sant’Agnese. Intorno a lui ci sono gli esponenti dei movimenti politici che lo appoggiano: Italia Libera, Geo ambientalisti animalisti, Sviluppo Italia, Movimento cittadini italiani. Il suo si chiama Rinascimento, “lista con cui ho vinto le elezioni a Sutri” nel 2018 e che al primo turno “ad Aosta, città romana”, ha raggiunto il 25%. Ora tocca a Roma, ma chi corre con lui è avvisato: “Io sono un tenore, un solista, un pianista, non sono un direttore d’orchestra”.

“Centrodestra converga su di me”

Mentre il centrodestra è ancora alla ricerca di un candidato, Sgarbi prova a piantare la sua bandierina. Senza giri di parole, o con me o un assessorato per me: “Io mi presento perché sono Sgarbi e Rinascimento è importante che ci sia. Il centrodestra o converge su di me o io faccio una lista che va contro il centrodestra e che potrà andare col centrodestra al ballottaggio. Se loro hanno un loro candidato è chiaro che occorrerà fare un accordo e dal sindaco all’assessore alla Cultura è un accordo logico”. Da qui, insomma, inizia la sua corsa al Campidoglio.

“Roma abbandonata e disperata”

“Roma è una città abbandonata, disperata, senza notte e senza giorno, con monumenti chiusi, piena di immondizia. Per Roma non posso non esserci. A Roma – ragiona – il sindaco non può non essere il simbolo della cultura italiana: potrei non essere io, ma io rappresento la cultura molto più di altri. Non posso immaginare che qui arrivi Gualtieri perché l’hanno bocciato o Calenda con la sua convinzione di essere un talento straordinario, certamente è un fenomeno, ma è una persona che ha un’esperienza distaccata della città. Io ho un’esperienza fisica della città, dei suoi monumenti. Guardate là – indica l’ambasciata brasiliana a Palazzo Pamphilj – io ho fatto togliere l’intonaco rosso vent’anni fa e rimesso quel colore dell’aria, azzurro e grigio, che vedete. Nessun altro se non me poteva avere l’intuizione di togliere un colore che falsificava questa piazza. E’ con quest’attenzione al dettaglio che si vive e magnifica Roma”.

A chi punta Sgarbi? “Forza Italia e i ‘tre stelle’ avevano più del 50% dei voti, oggi insieme non arrivano al 15: c’è un elettorato ampio che non ha più casa e la cui casa non sono il Pd nè la Lega nè Giorgia Meloni”.

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