“Senza vergogna”: insulti shock alla figlia di Meloni, la folle scusa dell’insegnante

La polemica esplosa sui social nei confronti di Stefano Addeo, insegnante campano di 65 anni, ha riacceso il dibattito sulla responsabilità degli insegnanti nel rispetto del ruolo e dei valori civili, soprattutto in un contesto politico già fortemente polarizzato. La vicenda riguarda un post pubblicato dall’insegnante su Facebook, in cui augurava alla figlia di Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, una tragica sorte simile a quella di Martina Carbonaro, la quattordicenne uccisa ad Afragola. Il messaggio, definito «stupido» e scritto «d’impulso», è stato successivamente rimosso, ma ha suscitato un’ondata di indignazione pubblica.

Il contenuto e le reazioni

Il post incriminato ha scatenato reazioni di sdegno da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni. Addeo, che insegna tedesco presso vari licei di Cicciano, ha immediatamente chiesto scusa pubblicamente, definendo il gesto «una stupidaggine» e precisando di non condividere più il contenuto. «Non si augura mai la morte, soprattutto a una bambina», ha dichiarato al Roma online, aggiungendo di non aver mai inteso mettere in discussione la dignità della vittima.

Tuttavia, la vicenda si è complicata con il ritrovamento di un secondo messaggio, anch’esso rimosso ma recuperato dall’agenzia di stampa Adnkronos. In questa seconda comunicazione, Addeo estendeva l’augurio di morte anche ai figli di Antonio Tajani e Matteo Salvini, associandoli alle vittime palestinesi di Gaza, e accompagnava il tutto con una foto dei tre esponenti del governo mentre stringevano la mano a Benjamin Netanyahu.

Le offese e le minacce

Dal profilo Facebook di Addeo emergono anche insulti pesanti rivolti a Giorgia Meloni, definita con termini offensivi come «pescivendola», «carciofara», «nana» e «fascista». L’insegnante ha riferito di aver ricevuto minacce di morte, insulti e anche lanci di pomodori contro le vetrine di casa sua, denunciando tutto alla Polizia Postale.

Le dichiarazioni delle istituzioni

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha espresso fermezza sulla vicenda: «Sarà sanzionato chi non è degno della scuola». La sua presa di posizione apre la strada a possibili procedimenti disciplinari nei confronti del docente, che ha già ricevuto l’attenzione delle autorità scolastiche e politiche.