Sente rumori alla porta e spara cinque volte: ladro ucciso nella notte

 

Legittima difesa o eccesso colposo di legittima difesa? Un reato quest’ultimo – è bene ricordarlo – che non è stato abolito dalla nuova legge sulla legittima difesa promulgata dal presidente Mattarella lo scorso 26 aprile, pur allargando i casi in cui «l’uso delle armi da parte di un derubato è consentito dalla legge».

L’uccisione di un ladro (disarmato) sorpreso a forzare il cancello di un casolare attiguo a una villa è assimilabile a questi casi? La circostanza che il ladro sia stato ammazzato dal custode della proprietà con un colpo di pistola sparato dalla finestra della villa (a circa 20 metri dal deposito) rientra sotto l’«ombrello» di tutela della nuova legge?

Sono queste le due domande-chive su cui dovrà pronunciarsi la procura di Bologna che sta indagando sulla tragedia avvenuta all’alba dell’altroieri in una campagna di Bazzano, nel Bolognese. A dare l’allarme al 112 è stata la moglie dell’uomo, un 68enne del luogo, che alle 05.10 ha chiamato i carabinieri: «C’è un uomo ferito a terra».

«Alle 5 ho sentito dei rumori provenire da uno dei capannoni e ho sparato in aria per intimorire gli intrusi», ha dichiarato ai militari l’uomo la cui arma è regolarmente denunciata. Ma se gli spari (cinque) erano «in aria», come ha fatto uno dei proiettili a centrare il ladro ammazzandolo sul colpo? Intanto i carabinieri hanno ritrovato la refurtiva (attrezzi agricoli di poco valore) e una torcia vicina al cadavere.

«La vittima, tra i 20 e 25 anni, non aveva documenti e la sua identità è in corso di accertamento» fanno sapere gli inquirenti.

Il sindaco di Valsamoggia, Daniele Ruscigno (Pd), non ha perso un attimo per postare un commento su Facebook un commento decisamente sopra le righe: «È il fallimento dello Stato. E cosi è capitato anche da noi. Un tentativo di furto, degli spari, un morto, magistratura e forze dell’ordine al lavoro per ricostruire la dinamica. E ci sarà il via alle solite parole inutili. E alle promesse mai mantenute. Dovevano arrivare più militari e risorse: zero in più ne sono arrivati.

E poi: «L’inasprimento della pena per violazione di domicilio è stata ridicola: da 6 mesi a 3 anni si è passati da 1 anno a 4. Praticamente zero. Basta prenderci in giro. Basta prendere in giro le comunità. O ammettiamo che lo Stato ha fallito e ci armate tutti, ma i risultati li abbiamo già visti, perché dove questo è stato realizzato i reati non diminuiscono e aumentano in modo spaventoso sia l’uso delle armi nei reati commessi in ambito familiare che le stragi nelle scuole e nei luoghi pubblici. Oppure andate in ferie tre mesi e ci lasciate il ministero. Veniamo in dieci sindaci e proponiamo noi qualche soluzione concreta, non dei tweet. Poi potete tornare al vostro cinema quotidiano».

L’articolo 1 del nuovo testo sulla legittima difesa ha modificato l’articolo 52 del codice penale rendendo «sempre legittima» la difesa nel domicilio e sue pertinenze contro un’intrusione: «È legittima la difesa di chi usa un’arma regolarmente detenuta o altro mezzo per difendere la propria o la altrui incolumità e i beni propri o altrui, quando vi è pericolo di aggressione, violenza o minaccia di uso di armi»; inoltre l’articolo 2 (modificando l’articolo 55 del Codice penale) prevede la non punibilità di chi si è difeso «in stato di grave turbamento, derivante dalla situazione di pericolo in atto».

 

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