Senato, scontro su Tajani: Maiorino (M5S) lo accusa di essere “influencer prezzolato da Israele”, proteste in Aula
Roma – È stato un dibattito acceso e caratterizzato da forti polemiche quello che si è svolto questa mattina al Senato durante l’informativa del governo su Ucraina e Medio Oriente. Al centro della scena, la senatrice del Movimento 5 Stelle Alessandra Maiorino, che ha rivolto un’accusa al ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, scatenando le proteste della maggioranza.
L’attacco di Maiorino Durante il suo intervento, Maiorino ha rivolto a Tajani parole che hanno suscitato immediatamente reazioni di sdegno: «Ministro, lei si comporta come uno di quegli influencer prezzolati dal governo israeliano per non dire la verità». La frase ha provocato un’onda di proteste tra i banchi della maggioranza, con alcuni deputati che hanno gridato “vergogna”. La senatrice ha poi precisato: «Non ho insultato nessuno, influencer non è un insulto ma un dato di fatto». Tuttavia, l’uso del termine “prezzolato” ha acceso la polemica, considerato da molti come un’accusa grave.
Reazioni e richieste di responsabilità Immediata è stata l’intervento di Licia Ronzulli, presidente di turno dell’Aula, che ha richiamato l’attenzione sul linguaggio utilizzato: «Lei ha usato la parola prezzolato, che significa pagato da altri. Si assume la responsabilità di quello che ha detto, nel caso in cui il ministro Tajani vorrà adire le vie legali». Nonostante le proteste e le urla di alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle, Ronzulli ha ribadito l’importanza di mantenere il rispetto per il linguaggio e le istituzioni.
La reazione di Tajani Il ministro Tajani, presente alla Camera, ha reagito con durezza all’accusa, definendola «inaccettabile» e «molto grave». «Nessuno può permettersi di infangare il mio onore e la mia dignità», ha dichiarato. «Essere accusato di essere prezzolato dal governo israeliano equivale a dire che sono corrotto da uno Stato estero», ha aggiunto, chiedendo a Maiorino di prendere le distanze. Tajani ha inoltre sottolineato che si tratta di «accuse false e non documentate», definendole «una vergogna inaccettabile».
La convocazione di La Russa A seguito di questo scontro verbale, il presidente del Senato Ignazio La Russa ha convocato una capigruppo urgente, che si terrà al termine dei lavori d’Aula. La Russa ha definito «inaccettabile» il linguaggio usato nel dibattito, sottolineando l’importanza di mantenere il rispetto delle regole e delle istituzioni.
Il clima resta teso, e l’episodio ha riacceso il dibattito sulla libertà di espressione e sui limiti del confronto politico in Parlamento. La vicenda si inserisce in un contesto di forte polarizzazione, che richiede attenzione e responsabilità da parte di tutti gli attori istituzionali.