Sardegna e Sicilia vogliono il “passaporto sanitario”, il governo dice no

Sardegna e Sicilia vogliono “cautelarsi” in tutti modi dal turismo estivo e rimanere protette il più possibile. Per questa ragione, i rispettivi governatori, Solinas e Musumeci, vorrebbero istituire un passaporto sanitario per chi decidesse di andare in vacanza in estate nelle nostre Isole Maggiori.

Lo scontro con il governo

In questo caso, è il presidente della Regione Siciliana che vorrebbe “copiare” il collega sardo, il primo in Italia ad aver avuto l’idea di un’isola a numero chiuso, accessibile soltanto a chi dimostrasse la negatività al virus munendosi di un certificato. I nodi da sciogliere, però, sono tanti ed il governo sembra prendere tempo: il Ministro della Salute Speranza e quello agli Affari Regionali, Boccia, hanno sempre affermato che non esistono “patenti” di immunità o negatività.

Il problema dei test

E poi, anche con un’eventuale via libera, il problema più grosso riguarda il tipo di test: quale, visto che il sierologico certifica soltanto se si sono sviluppati gli anticorpi ma non se si ha l’infezione in corso ed il test molecolare, l’unico attendibile dal punto di vista diagnostico, non è consentito neppure a pagamento. Non solo, ma non è nemmeno possibile accedere alle strutture del Servizio Sanitario Nazionale per eseguire un tampone se non si hanno i sintomi o se non si è entrati a contatto con un positivo. Come se non bastasse, il test sulla saliva tanto richiesto dalla Sardegna, il più rapido e veloce degli altri, non è ancora in commercio e probabilmente non lo sarà nemmeno nelle prossime settimane, come si legge sul Messaggero.

La riapertura dei confini

Se fino al 3 giugno (per la Sicilia sarà il 7), entrambe le Isole hanno adottato la misura della quarantena obbligatoria per i residenti che fanno rientro a casa, cosa succerderà dopo quelle date, dal momento che in Italia saranno nuovamente consentiti gli spostamenti tra regioni e, soprattutto, l’Italia riaprirà i propri confini a tutti i viaggiatori dell’Unione Europea? Se Solinas e Musumeci “temono” il turismo italiano, figuriamoci quello estero. Insomma, grattacapi non da poco per i due governatori, che vogliono sì accogliere nuovamente il turismo ma che hanno contemporaneamente paura che i contagi possono risalire. Il perché di questa (eccessiva?) prudenza è presto detto: l’ultimo bollettno della Protezione Civile di ieri, sotto la voce “nuovi casi” recita: Sardegna 0, Sicilia 0, due isole felici che vedono diminuire costantemente il numero dei positivi al Covid-19.

Purtroppo, la situazione è ancora complicata tra Lombardia e Piemonte, che hanno registrato 441 (due terzi del totale) e 60 nuovi casi soltanto nella giornata di ieri. Venerdì, il governo deciderà se limitare gli spostamenti in singole zone rosse o in intere regioni i cui confini potrebbero restare chiusi sia in entrata che in uscita. In Veneto, invece, il governatore Zaia ha firmato un’ordinanza per riavviare da lunedì una serie di attività, tra cui i parchi di divertimento ed i centri per l’infanzia.