«Salvini col muso unto di porchetta». La spocchia della Murgia non ha limiti. E la Gruber gongola (video)

Porchetta e supplì. Nessuno si era spinto a tanto in un ragionamento che voleva essere politico. Michela Murgia dall’alto della sua superiorità morale lo ha fatto. E lei  la protagonista di un’intevento indecoroso e offensivo su La 7 ad Otto e mezzo. Fa commenti beceri su Salvini – nemico comune nel club Gruber- e la conduttrice non fa una piega. Anzi gongola. E’ la  dimostrazione della supponenza e dell’arroganza di una certa sinistra che si sente legittimata ad offendere e a seminare zizzania, come se parlasse dal salotto di casa.  Salvo parlare poi dell’odio degli altri.

Murgia: “Supplì in mano e…”

Moderato Matteo Salvini? Non è credibile”, spiega la scrittrice e commentatrice di ultra-sinistra, ospite di Lilli Gruber, che le chiede di quella che viene definita una svolta nei  toni politici del leader della Lega.  E’ un gioco delle parti, La Gruber la provoca e la Murgia coglie l’assist: “Quando il gioco si è fatto duro, con i morti per il coronavirus, i toni forti come ci ha dimostrato il successo dei sindaci sceriffi funzionano bene solo se sei percepito come una persona seria. Se in una mano hai un supplì o il muso unto di porchetta a una sagra e nell’altra mano un pugno di commercialisti in odor di ladrocinio è difficile che questi toni forti non suonino grotteschi o anche tragici”.

Gli scivoloni del passato

Di grottesco c’è stato solo il suo tono e la sua pochezza nelle disamine politiche, alle quali supplisce con l’invettiva. “Io  penso che anche dentro la Lega una parte dell’elettorato si sia stufata di personaggi grotteschi – prosegue la Murgia, senza freni -. Infatti non ha perso la Lega, ha perso Salvini. Zaia ha vinto”. Come se la maggioranza di chi ha votato per Zaia non fosse della Lega e chi vota Lega non voti per Salvini. Insomma, il pressappochismo della scrittrice è sotto gli occhi. La sua funzione in trasmissione – è chiaro- era solo in chiave anti Salvini. Ma di grottesco e tragico c’è solo lei. Già mandata a quel paese dallo psichiatra Raffaele Morelli solitamente pacato e sensibile: lei voleva far passare il messaggio che le donne non devono piacere.  E precedentemente  saltata agli “onori” degli insulti del web quando “elogiò” gli effetti del  lockdown riflettendo che così in strada trovava meno traffico. Da una, poi, che inventò il “Fascistometro” sull’Espresso, cosa aspettarsi?