Sallusti stronca Di Maio: «Il problema dell’Ilva affidato a un ragazzino che vendeva bibite» (video)

Sallusti, direttore del Giornale, in questi giorni è molto presente in tv sul dramma dell’Ilva e, ospite in molti talk show, ha messo in evidenza una piaga macroscopica. “Un problema affidato a un ragazzino che fino a 4 anni fa vendeva bibite”. Il giudizio è caustico ma purtroppe reale. Visti gli esiti disastrosi della vicenda che si sta abbattendo sui lavoratori e su un’ex eccellebnza italiana. “Di Maio fa scappare chi investe bel nostro Paese”, ripete Sallusti. Il che è un grande problema per l’Italia.

“Abbiamo affidato una decisione fondamentale per le sorti del Paese a un ragazzino che fino a quattro anni prima vendeva le bibite al San Paolo”. Lo ha evidenziato con la consueta chiarezza Sallusti a Lilli Gruber nel corso di una puntata di Otto e mezzo. Si discuteva della questione Ilva, dopo l’annuncio improvviso dell’addio del gruppo ArcelorMittar. Ospite insieme allo scrittore Gianrico Carofiglio e al giornalista Luca Telese, Sallusti ha risposto proprio a quest’ultimo in merito a un paragone sulla questione dell’Ilva tra l’ex ministro dello sviluppo economico nei governi Renzi e Gentiloni Carlo Calenda e Di Maio, a capo del MiSE durante il governo Conte . “Avrei qualche dubbio su Di Maio come Calenda. Calenda ha portato qui il primo gruppo internazionale di produzione dell’acciaio e ha fatto mettere sul piatto 4 miliardi. Di Maio li ha fatti scappare. Attenzione a dire che sono uguali”.

“Il problema è stato affidare questa cosa, che era decisiva, a un ragazzino di trent’anni che fino a quattro anni prima vendeva bibite al San Paolo. Se gli affidiamo le cose più strategiche e delicate….”. E’ talmente evidente che Di Maio abbia sulla coscienza il destino inglorioso di un’ex eccellenza italiana, da ribadire più volte l’argomentazione. A “Di martedì” di Flores, ad esempio, Sallusti ha attaccato ancora più duramente Di Maio. “Fai scappare chi investe miliardi al sud, stai facendo scappare e infuriare tutti i produttori di plastica, stai facendo arrabbiare le aziende per la questione delle auto aziendali…”. Il direttore ha poi demolito il mito della “decrescita felice”, un must grillino che di “felice non ha nulla”. “Una decrescita infelice realizzata sulla pelle degli italiani”, er colpa di una forza politica che è contro tutto ciò che potrebbe significare, svuluppo, lavoro.