Rutelli: “La sinistra governi i flussi di migranti, altrimenti perderà”

“Nel 2050 la sola Nigeria avrà gli stessi abitanti dell’Europa, al di là degli sbarchi questi sono i dati decisivi.

Francesco Rutelli e Benedetto della Vedova
La sinistra? Governi le migrazioni. Altrimenti perderà”. In un’intervista al Messaggero, Francesco Rutelli lancia a governo e partiti progressisti un messaggio che sa tanto di salvagente, un consiglio da seguire per evitare di perdere ulteriori consensi nel Paese.

Dove – per l’ex segretario della Margherita e candidato dell’Ulivo alle elezioni del 2001 perse contro Silvio Berlusconi – “non si può accettare che esista un numero imprecisato di persone che vivono nel nostro Paese senza averne titoli”. Una presa di posizione in linea con le idee dell’ex ministro dell’Interno del governo Gentiloni, Marco Minniti, che nel 2017 aveva stretto – tra le polemiche di una parte non trascurabile dell’allora maggioranza – accordi con la Libia per arginare i flussi di extracomunitari provenienti dal Nordafrica.

“Nel 2050 – avvisa Rutelli – la sola Nigeria avrà gli stessi abitanti dell’Europa, al di là degli sbarchi questi sono i dati decisivi”. La colpa della sinistra, per l’ex sindaco di Roma e attuale presidente di Anica (Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali), è di non essere “riuscita a passare dalla sacrosanta mobilitazione anti-razzismo alle politiche conseguenti. Le due cose vanno tenute insieme”. Quindi stop all’accoglienza a 360 gradi? Non esattamente. “Non sto parlando naturalmente dei rifugiati – osserva Rutelli – che un Paese civile come il nostro deve volere e sapere accogliere”, bensì “dei flussi gestiti dai trafficanti di essere umani: non possono essere loro a decidere chi deve venire in Italia. Questa è una cosa folle”, ribadisce l’ex leader di Alleanza per l’Italia, il partito che aveva fondato nel 2009 dopo essere uscito dal Pd. Come affrontare e risolvere, dunque, il problema dei migranti? Per Rutelli occorre agire su “due livelli, europeo e nazionale”, pretendendo dall’Ue che “che contribuisca a governare e a risolvere la sfida dell’immigrazione”. Altrimenti, la preoccupazione di Rutelli, “ne sarà travolta”.

Per il presidente di Anica ci sono due problemi: “la mancanza di leadership europea” e “visioni nazionali di corto respiro”. In ogni caso, continua Rutelli, “chiunque stia nel nostro Paese deve avere un nome e un’identità e deve rispondere alle regole. Altrimenti, non c’è migliore manovalenza per il crimine organizzato”. Solo così, chiarisce, avremo città “più sicure ma anche più capaci d’integrare e ricche di pluralismo culturale”, recuperando quei “principi ispiratori di oltre un secolo fa, ovvero umanità e legalità”.