Roma, nigeriano picchia donna in metro. Meloni: «È già libero, inaccettabile»

Ormai gli immigrati comandano in Italia: e decidono anche quale libro si possa leggere e quale no. Se stai leggendo un libro che parla di mafia nigeriana, sono guai. Il nuovo gravissimo episodio di intolleranza razzista è commentato dalla leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni: “Sconcertante! Botte, insulti, minacce: così un nigeriano ha pestato una donna italiana in metropolitana a Roma perché colpevole di leggere Mafia Nigeriana, il libro che ho realizzato insieme al professor Alessandro Meluzzi con la collaborazione di Valentina Mercurio. Assurdo che il delinquente sia stato subito rilasciato. Solidarietà e auguri di pronta guarigione alla signora aggredita. Finora la mafia nigeriana ha potuto contare sull’omertà e sul silenzio dei media e della politica ma ora, grazie a Fratelli d’Italia, non è più così. Non daremo scampo a questi criminali e continueremo a batterci in ogni sede per fermare ogni mafia in Italia, compresa quella nigeriana che tanto imbarazza i buonisti”. Lo ha scritto la Meloni su Facebook.

E a proposito di mafia nigeriana, l’organizzazione criminale controlla ormai tutti i traffici illeciti in Italia: dalle questue davanti ai supermercati al traffico di droga. Domenica gli agenti della Polizia di Frontiera marittima in servizio al porto di Cagliari sono intervenuti, su segnalazione della Capitaneria di Porto, per un’emergenza sanitaria a bordo del traghetto proveniente da Civitavecchia. I poliziotti hanno raggiunto una cabina della nave dove hanno trovato il medico di bordo e i sanitari del 118 che prestavano le prime cure a una donna, P.S. originaria della Nigeria ma residente nel nuorese, che era in uno stato di semincoscenza causata da una overdose di stupefacente. Sul comodino a fianco al letto è stato trovato un ovulo sigillato dal peso di circa 10,50 grammi che ha fatto pensare che la donna occultasse all’interno dell’intestino altri ovuli. L’immediato trasferimento in un ospedale di Cagliari ha permesso di sottoporre la donna, dopo l’autorizzazione del pm di turno, ad accertamenti clinici che hanno confermato la presenza di 11 ovuli nell’intestino. Ad oggi sono ancora critiche le condizioni di salute della donna, che viene costantemente vigilata, sottoposta al “fermo d’indiziato di delitto”. È verosimile che uno degli ovuli si sia rotto all’interno del corpo della donna, facendola precipitare in overdose. La droga sarebbe eroina.