Rivolte nelle carceri, pagano gli agenti e non i detenuti: 44 avvisi di garanzia a S. M. Capua Vetere (video)

 

Quarantaquattro agenti della penitenziaria in forze al carcere di Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, hanno ricevuto altrettanti avvisi di garanzia. Agli agenti vengono contestati presunti pestaggi che sarebbero avvenuti in occasione delle rivolte carcerarie scatenate in piena pandemia. Fra i reati vi sarebbe anche quello di tortura.

La “spettacolarizzazione” delle notifiche

Oltre agli avvisi in sé, a destare sconcerto sono state le modalità di notifica da parte dei carabinieri in borghese, oggetto di una vera e propria “spettacolarizzazione”, secondo quanto denunciato dal Sappe, il sindacato della penitenziaria. “Anziché farlo all’interno del penitenziario, con tutte le garanzie, si è assistito al fermo da parte dei militi dell’Arma di chiunque entrava e usciva dal carcere per identificazione”, si legge in una nota del sindacato, in cui si parla di “situazione incredibile e assurda, accaduta davanti ai familiari dei detenuti, senza alcun senso se non quello di determinare la ferma protesta dei poliziotti penitenziari”. Alcuni agenti, infatti, sono saliti sul tetto del carcere per protesta. Inoltre, tra penitenziaria e carabinieri si sono anche riferiti momenti di tensione. Di certo, in un video diffuso sul canale youtube “Polizia penitenziaria” si percepisce tutta la rabbia degli agenti.

Salvini va al carcere di Santa Maria Capua Vetere

A Santa Maria è andato Matteo Salvini, dopo aver commentato su Facebook la vicenda come “incredibile”. “Ho rimandato tutti gli impegni del pomeriggio e parto subito per la Campania, per portate la mia (e vostra) solidarietà alle donne e agli uomini in divisa che, invece di essere ringraziati, finiscono indagati. È una vergogna”, ha scritto Salvini.

FdI: “Ora basta. Bonafede deve dimettersi”

“Totale solidarietà” agli agenti anche dal questore della Camera Edmondo Cirielli, che ha sottolineato come “in Italia, grazie a Bonafede, i delinquenti organizzano le rivolte nelle prigioni e i poliziotti penitenziari finiscono indagati“. “L’episodio di oggi – ha aggiunto l’esponente di FdI – è un’altra conseguenza della cattiva gestione amministrativa e politica del Ministro della Giustizia che, senza alcuna dignità politica, continua a rimanere attaccato alla sua poltrona. Bonafede deve dimettersi subito”. Anche per il deputato Andrea Delmastro, responsabile giustizia di FdI, “con Bonafede non c’è mai limite al peggio e oggi apprendiamo che, mentre i rivoltosi hanno ottenuto il premio, gli agenti della Polizia penitenziaria che hanno contenuto le rivolte sono stati attinti da avvisi di garanzia“.

 

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