Renzi querela l’Espresso: “Pagai casa coi miei soldi”

“Renzi si è fatto la villa con i soldi della donazione”. Sono queste le parole, pronunciate dal giornalista dell’Espresso e finite sotto accusa, tanto che il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, ha deciso di querelarlo per diffamazione.

Lo ha annunciato sui social l’ex presidente del Consiglio: “Il giornalista Gigi Riva dell’Espresso dice sulla Rai che ‘Renzi si è fatto la villa con i soldi della donazione’. Si tratta di una clamorosa diffamazione. Ho pagato casa con i miei soldi, le donazioni alla fondazione non c’entrano niente, quando ho chiesto un prestito l’ho restituito. Ora basta! Ho dato mandato ai miei avvocati di citare il signor Riva dell’Espresso chiedendo 100mila euro”.

Renzi precisa che Fondazione Open, finita al centro delle indagini della guardia di finanza, che nei giorni scorsi ha effettuato decine di perquisizioni, non ha nulla a che fare con la compravendita della sua casa. Il prestito sarebbe stato chiesti dal leader di Italia Viva ad un amico e poi restituito in 5 mesi.

Ma quella contro il giornalista dell’Espresso non è l’unica denuncia firmata da Matteo Renzi, che annuncia: “Come promesso, questa mattina firmo tre denunce penali e le indirizzo al procuratore capo di Firenze, dottor Creazzo. La prima riguarda il signor Travaglio per aver detto che il Governo Renzi ha ‘beneficato il gruppo Toto nel 2017’. Non so di cosa parli Travaglio. Ma so che il governo Renzi termina la propria esperienza nel 2016. Notizia falsa e diffamatoria, reato certo. Attendo che la procura di Firenze apra il procedimento per diffamazione contro il signor Travaglio nel quale mi costituirò parte civile”. Le altre due denunce sono state sporte “per rivelazione di segreto bancario o istruttorio alla luce degli articoli della Verità e dell’Espresso”.

Infine, l’ex premier contesta la trasformazione di Open in un partito: “Non dimentichiamolo mai- conclude-Se viene abrogato il finanziamento pubblico e criminalizzato il finanziamento privato trasformando una fondazione in partito, siamo in presenza di una ferita democratica”.

 

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