Reddito di cittadinanza, ecco le cifre che smascherano il pasticcio dei Cinquestelle

 

Sette persone su 10 non ne hanno diritto. Il fallimento reddito di cittadinanza piomba come un macigno sul tavolo della crisi di governo e dello scontro al calor bianco tra Salvini e Di Maio. Oltre il 70% di chi riceve il reddito di cittadinanza non avrebbe diritto al sussidio. E’ quanto spiega il viceministro dell’Economia, fronte Lega, Massimo Garavaglia, in un’intervista a ItaliaOggi, in relazione ai primi controlli della Guardia di Finanza su chi lo riceve. Numeri impressionanti, che certificano un vero e proprio imbroglio. «Il dato è ancora grezzo», precisa spiegando come «gran parte di coloro ai quali è stato erogato il reddito di cittadinanza risulta non titolare e quindi i risparmi non possono che aumentare». «Questo vuol dire – continua il viceministro – che si può intervenire aumentandolo per chi ha veramente bisogno».

Il Rdc favorisce il lavoro nero
Dunque, «Sarà doveroso verificare il reddito di cittadinanza», incalza Salvini. «Ci arrivano centinaia di segnalazioni da parte di imprenditori che quest’anno non riescono ad assumere i lavoratori che avevano l’anno scorso». In tante realtà, «soprattutto del Sud – aggiunge il titolare del Viminale – si sta trasformando in incentivo al lavoro nero. Lo cancello? No, ma sono situazioni che vanno monitorate». Siamo allo scontro frontale con Di Maio.

Reazione scomposta del M5S
La reazione è scomposta, isterica. «Basta cretinate», è la risposta da parte del M5S in una nota furibonda. «Il reddito di cittadinanza è una misura che difendiamo con tutte le nostre forze. È la più grande cretinata mai sentita!». «Sono persone – rimarcano i 5 Stelle – che hanno pienamente diritto, i controlli sono stati rigorosi e l’Inps controlla continuamente la platea». Se Garavaglia «è a conoscenza di percettori del reddito di cittadinanza che non ne hanno diritto andasse alla Guardia di Finanza a denunciare», sfida il Movimento. Negano l’evidenza i grillini: il reddito lo intascano i rom, gli immigrati, anche un ex brigatista, come documentato dal Secolo d’Italia, come evidenziato da FdI.

Il ministro Castelli: «Lavoro nero? Capita…»
Ma i cinquestelle si chiudono a ricco. Tuona il viceministro dell’Economia Laura Castelli. «I numeri comunicati da Garavaglia, secondo il quale il 70% di chi riceve il reddito di cittadinanza non ne avrebbe diritto, non corrispondono al vero. A me non risulta che la Guardia di Finanza abbia fornito dati in tal senso». Va fuori di testa e giustifica l’ingiustificabile. «So che stanno per essere licenziate disposizioni operative ai reparti della Gdf a seguito di alcune interlocuzioni col ministero del Lavoro e Inps. Quel che è certo, è che grazie a un aumento dei poteri ispettivi e dell’organico, nell’alveo dei normali controlli – come, ad esempio, sul lavoro in nero – capita di trovare casi di persone che lavorano in nero e percepiscono anche il reddito. Quel dato, quindi, non è legato al reddito di cittadinanza», si giustifica l’esponente del M5S. Noi per primi «auspichiamo che i controlli a regime vengano fatti». Già, fin’ora abbiamo scherzato?