Recuperato cadavere nell’Adda, potrebbe essere la 15enne annegata

Potrebbe rispondere al nome di Hasfa Duod, la 15enne annegata nell’Adda lo scorso 1° settembre, il corpo senza vita rinvenuto da due pescatori all’alba di domenica 20 settembre in località San Pietro a Berbenno, in provincia di Sondrio.

Il cadavere è già stato recuperato dai vigili del fuoco ed ora sono in corso gli accertamenti utili ad appurare l’identità della vittima.

”Qui c’è un corpo che galleggia”

La segnalazione alle autorità è giunta attorno alle ore dieci di questa mattina. ”C’è un cadavere che galleggia nell’Adda, in località San Pietro a Berbenno, vicino alla pasticceria”, avrebbero detto con una telefonata ai vigili del fuoco i due pescatori. Allertati gli operatori della Unità Fluviale, il corpo è stato tempestivamente recuperato dal fiume e posto all’attenzione della polizia. Stando alle indiscrezioni raccolte dal Corriere della Sera, potrebbe trattarsi della 15enne annegata nel fiume lo scorso 1° settembre mentre si trovava al Parco Bartesaghi, in località Sondrio, con la cugina ed altri familiari. A quanto si apprende l’altezza e le altre caratteristiche fisiche rilevate sulla salma corrisponderebbero proprio a quelle di Hasfa, senza contare che nella zona non ci sono denunce di altre giovani scomparse. Per ora, dalla questura si limitano a dire prudenzialmente che sono in corso accertamenti scientifici ma i dubbi sull’identità del cadavere sembrano davvero pochi.

”Cerco mia figlia ogni giorno nel fiume”

Si spengono lentamente le speranze di papà Hamed Ben Duod, operaio 37enne di origini marocchine, che non ha mai smesso di cercare la figlia neanche quando sono state interrotte le ricerche massive disposte dal prefetto Salvatore Pasquariello. Ogni giorno, l’uomo perlustra il fiume in lungo e in largo cullando la speranza di riunirsi alla sua bambina. Hasfa avrebbe compiuto 16 anni il prossimo ottobre: “Non mi do pace finché non la trovo – aveva detto Hamed qualche giorno fa in una intervista al Giornale di Sondrio -Mi sto dando da fare per trovare Hafsa e spero che ci sia qualcuno che con buona volontà voglia mettersi a disposizione per aiutarmi. Io mi avvicino al fiume, a volte ci entro anche, rimanendo vicino alla riva. So nuotare bene e non voglio correre rischi, ma spero di trovare Hafsa, che magari è incagliata da qualche parte. O spero di essere lì quando il fiume la restituirà. Ringrazio i ricercatori per il lavoro svolto finora ma io non mi fermo, non posso rimanere a casa ad aspettare”.