Rampelli: «Globalizzazione, fottiti. Dopo l’emergenza si cambia registro»

 

«Globalizzazione, fottiti! O si globalizzano diritti, sicurezza, tutela della vita e della salute o non si globalizza niente. Ora basta con questi dogmi cari al nuovo padrone liberista. Il mercato globale ha generato squilibri giganteschi e costretto agli stenti interi popoli». Lo scrive su Facebook il vicepresidente della Camera Fabio Rampelli (FdI), che snocciola una lista di questioni da affrontare.

Rampelli: «Ecco le questioni che dobbiamo affrontare»

«Abbiamo dovuto – scrive – tagliare la spesa sanitaria, chiudere ospedali, bloccare le assunzioni nonostante corressero i pensionamenti. Le forze dell’ordine hanno pochi uomini e anagraficamente non più idonei, non hanno adeguati mezzi per contrastare i criminali. È stato impossibile costruire nuove carceri, assumere nuovi agenti di polizia penitenziaria. Gli edifici scolastici cadono a pezzi, la loro pulizia e manutenzione sono ridicole. I siti archeologici vengono scoperti, censiti e reinterrati perché non ci sarebbero soldi per valorizzarli e renderli visitabili. Le ferrovie regionali sono spesso monorotaia e i treni vanno a gasolio. L’Alitalia non si può rilanciare perché saremmo passibili di procedura europea d’infrazione per aiuti di Stato (ma è lo Stato che l’ha creata!). Vogliono portarla al collasso per regalarla a qualche compagnia straniera».

«Torniamo padroni del nostro destino»

E ancora: «Le aziende non reggono la concorrenza sleale e si trasferiscono all’estero impoverendo la nazione. La Telecom è stata privatizzata e ha in pancia una forte e ostile presenza francese. Unicredit e Bnl sono praticamente straniere. Le autostrade realizzate con soldi pubblici, cioè dei cittadini, sono state consegnate incomprensibilmente ai privati. Che nemmeno effettuano la
manutenzione. Proprio quando potevano fruttare miliardi di incassi allo Stato con i pedaggi. Poste, Enel, Terna, Acea, tutte in forte attivo, sono state incomprensibilmente penetrate da multinazionali straniere, sedute a tavola per dividere la torta di utili certi. Eni e Leonardo sono sotto assalto. Superata l’emergenza virale – conclude – nulla deve più essere come prima. Dobbiamo tornare padroni del nostro destino. Mettendo al centro della società la persona e i suoi inalienabili sogni e bisogni».

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