Putin attiva il sistema di allerta nucleare. Kiev: “Pronti a incontro coi russi”

Nella tarda mattinata di oggi il presidente bielorusso Alexandar Lukashenko è stato il primo a evocare lo spettro nucleare. “Le sanzioni – aveva detto – spingeranno la Russia verso la terza guerra mondiale. Quindi dobbiamo mostrare moderazione per non finire nei guai. Perché una guerra nucleare sarebbe un disastro”. Poche ore dopo da Mosca la notizia della nuova mossa di Putin: è stato infatti allertato il sistema difensivo nucleare

Sistema difensivo nucleare in allerta
Poche parole, riferite dall’agenzia russa Sputnik, che hanno parlato di un nuovo scenario nella guerra in Ucraina. “Putin – si legge – ha ordinato di porre le forze di deterrenza dell’esercito russo in regime speciale di servizio da combattimento”.

La decisione sarebbe stata presa dopo un incontro con il ministro della Difesa, Serghei Shoigu, e il capo di stato maggiore Valeri Gerasimov. “I Paesi occidentali – sono state la parole di Putin riportate dalle agenzie russe – non stanno solo intraprendendo azioni ostili contro il nostro Paese nella sfera economica, intendo quelle sanzioni di cui tutti sono ben consapevoli, ma anche gli alti funzionari dei principali Paesi della Nato fanno dichiarazioni aggressive contro il nostro Paese”. Da qui la decisione dell’allerta. Le forze di deterrenza messe in servizio da combattimento comprendono anche le armi nucleari.

In Ucraina si combatte
Mentre tutta l’attenzione ieri sera era sulla capitale Kiev, le bombe cadevano in molto pesante su Kharkiv. Lo si era detto già da prima dell’offensiva: la città potrebbe essere la prima sotto il fuoco russo. Si trova a 40 km dal confine, ha un’importante minoranza russofona al suo interno ed è strategicamente essenziale per controllare l’est dell’Ucraina.

Non è una sorpresa quindi constatare che il primo sabato di guerra è stato trascorso in modo più tranquillo a Kiev, per quanto questo termine può al momento essere applicato a una città ucraina, rispetto a Kahrkiv.

Durante la notte dal centro città si scorgevano ampi bagliori verso l’orizzonte. Molti obiettivi militari posti in periferia sono stati colpiti. Anche un gasdotto è stato preso di mira e ha riportato seri danni. Poi con le prime luci dell’alba è iniziata una nuova operazione di terra. I russi, già presenti a pochi passi dal centro da giovedì scorso, hanno provato a sfondare definitivamente.

L’operazione, grazie anche all’impiego di forze speciali, sarebbe riuscita. Tanto che su Twitter sono apparsi video girati dagli abitanti chiusi in casa che mostravano mezzi e soldati di Mosca pattugliare alcune strada. In altre immagini però era possibile vedere anche militari ucraini in azione. L’esercito di Kiev sta provando a resistere.

A metà mattinata Kharkiv è stata data per presa dai russi. In realtà non ci sono stati comunicati ufficiali da Mosca, ma diverse fonti sul campo hanno parlato di militari russi presenti in tutto il territorio cittadino. Fonti ucraine hanno smentito. Si starebbe ancora combattendo. Oleh Sinegubov, governatore dell’oblast di Kharkiv, ha dichiarato sui social che il capoluogo sarebbe interamente in mano ucraina. Dichiarazione forse eccessivamente ottimista. Si sta ancora combattendo, con i russi comunque pronti a sferrare l’ultimo attacco decisivo. Forse solo più tardi si potranno conoscere le sorti della città.

Si apre uno spiraglio diplomatico
Poche parole, una semplice frase, che ha avuto subito l’aria di una svolta diplomatica. Sul canale Telegram del presidente ucraino Zelensky è apparsa alle 12:43 una scritta in cui si è annunciata una conversazione telefonica con il presidente bielorusso Alexandar Lukashenko.

È stata la conferma a un’indiscrezione trapelata poche ore prima. I due si sarebbero parlati dopo giorni di silenzio tra Kiev e Minsk. La Bielorussia del resto sta appoggiando la Russia nella guerra e molti carri armati presenti nella periferia della capitale ucraina sono entrati dal confine bielorusso.

La telefonata è apparsa quasi inaspettata. Anche perché Zelensky, nel suo primo videomessaggio su Telegram dopo 12 ore di silenzio, aveva puntato il dito contro Minsk dichiarando inoltre l’indisponibilità a sedersi al tavolo con la Russia in territorio bielorusso. Lukashenko, sempre in questa domenica mattina, non si è certo risparmiato in quanto a dichiarazioni. Ha affermato infatti che le sanzioni rischiano di spingere Mosca verso la guerra atomica.

Ma quella conversazione ha realmente aperto uno spiraglio diplomatico. Fonti ucraine hanno infatti parlato di una delegazione di Kiev in viaggio verso Gomel, città bielorussa dove starebbero arrivando anche inviati da Mosca. Potrebbe essere preludio a una trattativa. Zelensky nelle scorse ore ha confermato. Abbiamo convenuto che la delegazione ucraina si sarebbe incontrata con la delegazione russa senza precondizioni al confine ucraino-bielorusso, vicino al fiume Pripyat – si legge in una dichiarazione apparsa su Telegram – Alexander Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire che tutti gli aerei, elicotteri e missili di stanza sul territorio bielorusso rimangano a terra durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina.