Provocazione di Sgarbi “In venti a cena contro questa dittatura fascista”

Da ieri, 6 novembre, l’Italia è entrata nel regime dell’ultimo Dpcm di Giuseppe Conte, che ha istituito le tre zone di rischio del Paese.

In tutto il Paese vige il coprifuoco dalle 22, ristoranti e bar sono chiusi. Le zone rosse sono in un regime di semi lockdown, le arancioni ci vanno molto vicino. In tutta Italia, da nord a sud, montano le proteste dei diversi settori messi in ginocchio dalle ordinanze di chiusura, che ora rischiano di fallire se in governo non elargisce i fondi necessari al loro sostentamento e non pianifica un sistema che sia in grado di sostenerli nella ripartenza. Contro le chiusure è schierato anche Vittorio Sgarbi, che in più di una occasione si è reso protagonista di episodi di pacifica disobbedienza civile.

L’ultimo ieri sera, nelle Marche, dove il critico d’arte si trova per lavoro. Il deputato e sindaco di Sutri è in visita nella storica città di Fano e qui ha deciso di proseguire con la sua protesta, dando seguito alla decisione di un ristoratore di ospirarlo all’interno del suo locale. “Siamo una ventina di persone dentro a un ristorante in via San Francesco d’Assisi a Fano e stiamo mangiando tranquillamente ma fuori è pieno di carabinieri. Forse hanno fame anche loro”, ha detto Vittorio Sgarbi all’Adnkronos, commentando la presenza delle forze dell’ordine all’esterno del ristorante, come accade quando un esercizio viola il Dpcm in atto, in questo caso la norma del coprifuoco. Le Marche, infatti, sono state inserite dal governo in zona gialla, ossia quella attualmente di non imminente pericolo per la diffusione del virus, dove è però necessario prestare comunque massima attenzione. Nelle Marche, e in gran parte del Paese che è stato inserito nella zona gialla, ristoranti e bar hanno l’obbligo di chiusura per il servizio al tavolo dalle 18 alle 5 del mattino successivo, possono effettuare servizio d’asporto fino alle 22 e consegna a domicilio senza limiti temporali.

“Ho trovato un ristoratore che ha messo a disposizione il suo locale perché privato della sua libertà. Sono qui con il mio amico, il produttore Giulio Borgognoni e altri per fondare un nuovo partito politico che chiameremo ‘virus'”, ha detto il critico d’arte. Sul motivo per il quale è stata organizzata la tavolata, ha dichiarato: “Vogliamo mandare un messaggio a chi ci ha privato della nostra libertà: che siamo la resistenza contro una dittatura fascista. Dopo andremo a San Marino dove potremo vedere in tempo reale che lì si può mangiare tranquillamente”.