Processo Banca Etruria, arriva la clamorosa sorpresa. Giudice trasferito a pochi giorni della sentenza. Coincidenze?
Il processo sulla responsabilità di 13 manager nel dissesto di Banca Etruria rischia di slittare. Con una decisione che il presidente della Commissione bilancio del Senato, Daniele Pesco (M5S), ha definito sorprendente, il presidente del tribunale di Arezzo ha spostato di ufficio il giudice che ha seguito il caso. In questo modo si pregiudica la pronuncia delle sentenza nei tempi previsti, ormai imminentissimi, visto che la decisione era fissata per il prossimo 21 marzo. Il magistrato che avrebbe dovuto decidere sui reati contestati, tra cui spicca la truffa, finirà invece all’ufficio del Giudice dell’udienza preliminare. Per non perdere tutto il lavoro svolto, è stata prevista la possibilità di richiamare il giudice stesso solo per questo specifico caso, ma in questo modo bene che vada il rinvio della sentenza sarà di almeno sei mesi.
“Saranno sicuramente esigenze di riorganizzazione dell’ufficio giudiziario di Arezzo, ma non vorremmo che questa decisione determinasse il rinvio di una sentenza attesa da centinaia di risparmiatori che hanno visto polverizzati i loro soldi, anche perché nel frattempo si avvicina la prescrizione”, ha detto Pesco, rimasto sempre vigile su questo come sugli altri procedimenti giudiziari in giro per l’Italia con migliaia di risparmiatori e piccoli obbligazionisti coinvolti. Processi che già per le consuete lungaggini della giustizia italiana avanzano lentamente, ma che adesso vedono un nuovo e imprevedibile freno attivato per altro dallo stesso tribunale. E dire che proprio questo su Banca Etruria riveste un rilevante valore mediatico e sociale.
Gli imputati sono funzionari e dirigenti della banca accusati di aver messo in piedi una cabina di regia che imponeva alle filiali di vendere obbligazioni subordinate ai risparmiatori. Arrivare a una sentenza darebbe perciò una risposta ai clienti di questa e di tutte le banche italiane, affermando il principio che chi abusa della fiducia accordata allo sportello non la passa liscia. I 5 Stelle d’altra parte hanno sempre tenuto sotto osservazione l’iter dei processi, considerando le eventuali condanne un tassello complementare al finanziamento di 1,5 miliardi inserito nell’ultima Manovra di bilancio per rimborsare i truffati delle banche.
A fronte di tutto questo, ai Cinque Stelle è apparso perciò inopportuno, se non addirittura inspiegabile, la decisione di spostare il giudice a pochi giorni dalla sentenza, di fatto provocando una nuova delusione nei risparmiatori, prima raggirati allo sportello e adesso privati di quella giustizia nella quale continuano a riporre fiducia, anche se certe scelte non sono facili da digerire.