Preti sposati, no a rivoluzione La marcia indietro del Vaticano

“Querida Amazonia” è stata pubblicata e Papa Francesco ha centrato l’esortazione post sinodale sul tema dell’ecologia.

Non vi sono aperture sui “preti sposati” o sui “viri probati”. Un articolo centrale è quello in cui il Santo Padre afferma quanto segue: “Nelle circostanze specifiche dell’Amazzonia, specialmente nelle sue foreste e luoghi più remoti, occorre trovare un modo per assicurare il ministero sacerdotale. I laici potranno annunciare la Parola, insegnare, organizzare le loro comunità, celebrare alcuni Sacramenti, cercare varie espressioni per la pietà popolare e sviluppare i molteplici doni che lo Spirito riversa su di loro”. I laici devono diventare protagonisti, dunque. Ma non è possibile alcuna omologazione con le specifiche appartenenti al ceto ecclesiastico. “Solo i preti possono celebrare ed assolvere”: questa è la frase simbolo del documento. A riportarla, tra gli altri, è stata l’Adnkronos.

Il Papa ha domandato agli episcopati di pregare per le vocazioni. Rimane la consapevolezza di dover sanare un problema relativo ai numeri dei sacerdoti. E nel testo si chiede pure di pensare di più all’Amazzonia quale luogo di destinazione delle persone appena consacrate. Ma di “preti sposati” non c’è traccia. C’è spazio invece per le spinte volte alla realizzazione di un “sogno ecologico”. L’ex arcivescovo di Buenos Aires continua a privilegiare le periferie “economico-esistenziali” per mezzo della sua pastorale. Le donne, poi, devono poter ambire ad incarichi di vertice nella Chiesa cattolica, ma Jorge Mario Bergoglio – com’era prevedibile – non ha aperto all’ipotesi d’istiutire un diaconato femminile. I progressisti hanno perso. Il Papa non ha assecondato un disegno riformistico, che sembrava cosa fatta.

Nel corso di queste settimane, gli ambienti ecclesiastici hanno dato vita ad un’aspra contesa dottrinale. Dal profondo del nostro cuore, il libro di Benedetto XVI e Robert Sarah, si è inserito con decisione all’interno del dibattito riguardante l’abolizione del celibato sacerdotale. Il duo conservatore – com’è noto – è contrario alla soppressione di una regola che non è dogmatica ma che è consolidata alla stregua di una “grazia di Dio”. I progressisti continuano a spingere affinché quella prassi ecclesiastica venga rivista. Il “concilio interno” dei vescovi tedeschi potrebbe addirittura deliberare in autonomia sul celibato.

La partita è complicata: ne va del futuro del cattolicesimo. “Querida Amazonia”, insomma, era attesissima. Se non altro perché Papa Francesco era chiamato a prendere una posizione definitiva sull’eventuale riforma delle regole che disciplinano l’ordinazione sacerdotale. Se Jorge Mario Bergoglio avesse aperto ai “preti sposati” in Amazzonia, allora altri episcopati avrebbero potuto chiedere il medesimo trattamento.

Le anticipazioni di ieri avevano già fatto emergere un quadro di partenza. Il Papa, confidandosi con alcuni vescovi statunitensi, aveva smentito la presenza di una “svolta sui preti sposati”. Alcune fonti tradizionaliste, nelle settimane che hanno preceduto l’emersione dei contenuti di “Querida Amazonia”, avevano parlato di un “attacco” al sacerdozio per come lo abbiamo conosciuto. Ma così non è stato. L’esortazione di Francesco, forse, è stata influenzata anche dal pressing messo in atto dal suo predecessore: l’opera libraria di Sarah e di Ratzinger ha avuto un’eco internazionale. E il “fronte progressista” ha dovuto fare i conti con una “rottura del silenzio” che ha fatto parecchio rumore. Sappiamo quali siano state le presunte conseguenze interne, con il “congedo” di Monsignor Gaenswein che continua a suscitare più di qualche domanda sul “perché”.

Papa Francesco – dal Vaticano lo hanno ribadito in prossimità dell’uscita di Dal profondo del nostro cuore – è contrario all’abolizione del celibato. Contrarietà che il Papa ha rimarcato anche all’interno di un libro intervista di don Luigi Maria Epicoco.

Il Giornale