PICCOLA DIANA, MORTA PER STENTI? CIÒ CHE EMERGE FA GELARE IL SANGUE

Storie dell’orrore, di puro orrore, in cui ogni parola sarebbe sprecata. L’unica certezza è che la piccola Diana, di soli 16 mesi, non c’è più. La bimba è morta dopo essere stata lasciata 6 giorni da sola da sua madre, la 37enne Alessia Pifferi.

E lei dov’è andata nel frattempo? In provincia di Bergamo, dal suo nuovo compagno , a cui ha raccontato di aver lasciato la figlioletta al mare con la sorella.

La realtà, invece, era un’altra. Perché Diana, in un lettino da campeggio, con accanto un biberon e una boccetta di benzodiazepine, stava lentamente spegnendosi e di questo la Pifferi ne è sempre stata consapevole.

Un omicidio premeditato il suo, dato che la donna ha spiegato alle autorità che sapeva esattamente che poteva succedere. Sono parole che fanno venire i brividi, pronunciate da una madre che è per definizione “colei che dona la vita”.

Anche se la cronaca nera ci sta mettendo in luce tanti tristi episodi che dimostrano cosa una madre sia disposta a compiere per vendetta nei confronti dell’ex compagno, ad esempio, come nel caso della piccola Elena Del Pozzo.

E se quest’ennesima tragedia innesca la rabbia di chi non riesce a diventare madre o sta intraprendendo un lungo percorso per l’adozione, c’è il racconto della Pifferi che si infittisce di dettagli allucinanti. Rientrata a casa, avrebbe provato a rianimare la figlia buttandole dell’acqua sul viso, sino a chiamare la vicina; colei che ha lanciato immediatamente l’allarme. Purtroppo per Diana non c’era più niente da fare dato che quando i soccorsi sono arrivati, ne hanno solo potuto constatare il decesso, che sarebbe avvenuto un giorno prima.

Accanto al corpicino senza vita c’era un biberon con tracce di latte e una boccetta di benzodiazepine. Ora i sospetti degli inquirenti sono ancora più forti, dato che la Pifferi potrebbe averla sedata con gli psicofarmaci per farla stare tranquilla in sua assenza. Questa ipotesi è stata alimentata dalle testimonianze. Nessuno, in 6 giorni, avrebbe sentito la piccola piangere, disperarsi per la fame e per la sete, fino al decesso, per me stenti, nell’appartamento milanese.

A queste testimonianze si aggiungono quelle di chi vedeva Diana sempre calma, un po’ rallentata nei movimenti. Ovviamente per capire cosa è accaduto alla bambina sarà necessario attendere l’esito degli esami tossicologici, così come i risultati dell’autopsia, anche se per ora gli inquirenti credono che sia morta per denutrizione e disidratazione.

L’unica certezza è che Diana è morta da sola, senza una baby sitter accanto (come la madre assassina diceva al suo compagno), senza la zia con la quale sarebbe andata al mare. Diana si è spenta in un lettino da campeggio, nel più completo degrado, abbandonata a se stessa e forse sedata per non far rumore e non destare sospetti.

Tutto questo non può passare inosservato. La verità e la giustizia devono venir fuori, in nome di Diana e di tutti i bambini a cui la vita ha riservato questo supplizio atroce, strappandoli alla vita per mano di chi avrebbe dovuto proteggerli al di sopra di tutto, incondizionatamente, e che invece li ha prima concepiti e poi uccisi.