PICCOLA DIANA, LE TELECAMERE HANNO RIPRESO TUTTO: ECCO COSA È SUCCESSO SUBITO DOPO IL FUNERALE

Oggi è il giorno dei funerali della piccola Diana Pifferi, che si sono svolti alle 15:00  nella nella chiesa dei Santi Pietro e Paolo a San Giuliano Milanese, interamente pagati  dal Comune di Milano.

E’ il giorno dell’ultimo saluto, quello in cui tutta la comunità si è fermata, tra lacrime, strazio, sgomento e quel maledetto senso di impotenza e, in un certo senso, di colpevolezza, connaturato in chi i bambini gli adora, non gli sfiorerebbe con un dito, se non per accarezzarli, riempirgli di coccole e stringerli forte al cuore.

Purtroppo nulla di tutto questo è accaduto a Diana, la cui morte, per mano della madre assassina, ha sconvolto tutti. E’ davvero difficile trovare le parole dinnanzi ad un figlicidio, per voglia di libertà, per verificare se c’erano i presupposti per un futuro insieme accanto al compagno di Leffe, l’elettricista  58enne tra cui c’erano stati alti e bassi,

Alti e bassi iniziati con i sospetti di lui, accortosi del ciclo che non arrivava e della pancia che cresceva a vista d’occhio, fino al parto, avvenuto nel bagno della sua casa in provincia di Bergamo, mentre l’uomo ( che non è il padre di Diana)  era al pian terreno.

Poi la voglia di ricostruire con quell’uomo ha preso il sopravvento, al punto da sacrificare la piccola Diana, lasciandola da sola per 6 lunghi giorni, senza viveri, fino al tragico epilogo, quello che fa orrore anche solo a parlarne.

Le mamme del quartiere dove la piccola viveva, hanno voluto dedicarle uno striscione davvero toccante. Le lacrime scendono a dirotto dinnanzi alla frase scelta che invita a riflettere: ” Volerò sulle ali del mondo nel cielo infinito, resterò per sempre bambina, piccola Diana”, srotolato all’avanzare del carro funebre.

Quasi a voler dare alla bambina tutto quello che mai ha avuto nella sua breve esistenza,  sul sagrato della chiesa, volutamente distante dal luogo in cui è stata ritrovata cadavere, tantissimi palloncini bianchi, fatti volare in aria. Bianchi come la purezza, l’innocenza, di una bambina che ha fatto una fine orribile, solo perché  rappresentava un ostacolo alla libertà della madre….la stessa madre che oggi avrebbe voluto essere presente alle esequie. Cosa impossibile, dato che è rinchiusa in carcere, sorvegliata a vista, per paura che possa compiere atti autolesionistici o che qualche detenuta possa aggredirla.

La legge carceraria non ha pietà per chi uccide i propri i figli, questo è poco ma sicuro. Oggi è un giorno atroce, non solo per i milanesi ma per tutti coloro che sono giunti appositamente, sotto il sole cocente delle 15, per dare il loro ultimo saluto alla bambina. Ora sappiamo che, nella bara bianca, giace una piccolissima combattente, una guerriera che, in ogni modo, con tutte le forze possibili, ha provato a restare aggrappata alla vita che la madre assassina ha deciso di toglierle pur di non rinunciare alla sua libertà.

La nonna Maria,  che ha ricevuto le condoglianze del sindaco Beppe Sala, prima dell’inizio della messa,  ha rotto immediatamente il silenzio, con un pianto disperato davanti alla piccola bara bianca” Diana ciao, Diana non dovevi morire”. Una scena straziante, alla quale Viviana Pifferi, sorella di Alessia e zia della piccola, tra le braccia dei parenti che l’abbracciavano per starle vicino, ha continuato a ripetere “E’ un dolore immenso”. 

Fa riflettere la preghiera dell’arcivescovo di Milano, Mario Delpini, con la quale è stata aperta la messa funebre: “Il dramma risvegli la coscienza della mamma Alessia, perché non succeda più che  una città come Milano, una comunità dimentichi una bambina così piccola. Come può succedere che un bambino sia lasciato morire di fame e sete?”. Questo, infondo, è quello che si chiede l’Italia intera dinnanzi all’ennesimo figlicidio.