Permessi a mafiosi, Rita Dalla Chiesa: “Avranno brindato come quando hanno ucciso mio padre”

La sentenza della Corte Costituzionale che ha aperto la strada ai permessi premio anche per i mafiosi condannati all’ergastolo ha sollevato un vespaio di polemiche.

Fortemente critica per il verdetto è Rita Dalla Chiesa. La conduttrice tv, figlia del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa ucciso da Cosa Nostra a Palermo negli anni ’80, ha postato un suo amaro pensiero sul suo profilo Twitter. “Avranno brindato come la notte in cui uccisero mio padre, Emanuela e Domenico Russo. La famosa giustizia ingiusta”, ha scritto l’amato volto noto della tv sul social.

 

Ieri la Corte costituzionale ha accolto un ricorso presentato dai magistrati del tribunale di sorveglianza di Perugia per due persone condannate al carcere a vita per delitti di mafia. “La Corte – si legge in una nota – ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’articolo 4 bis, comma 1, dell’Ordinamento penitenziario nella parte in cui non prevede la concessione di permessi premio in assenza di collaborazione con la giustizia, anche se sono stati acquisiti elementi tali da escludere sia l’attualità della partecipazione all’associazione criminale sia, più in generale, il pericolo del ripristino di collegamenti con la criminalità organizzata. Sempre che il condannato abbia dato piena prova di partecipazione al percorso rieducativo”.

Questo, però, non è l’unico tema sul quale la coraggiosa Rita Dalla Chiesa si sta battendo in questi giorni. La conduttrice tv ha preso una netta posizione anche sulla vicenda legata al Capitano Ultimo, alias Sergio De Caprio, l’ufficiale dei Carabinieri che catturò Totò Riina e a cui è stata recentemente tolta la protezione da parte dello Stato.