Per la Appendino lo strappo al velo è più grave di un ragazzo sgozzato in centro

 

Ormai la lite sull’autobus fa notizia. A condizione che chi è preso di mira sia straniero. E che magari indossi abiti non proprio “occidentali“, da pronunciare come se fosse una parolaccia. Se poi fai un video azzeccato e per condimento hai la solidarietà istituzionale e quella immancabile di Ezio Mauro, tranquillo che ti puoi persino candidare alle europee.
Torino, finisce a sganassoni tra donne, italiane e marocchine, sul mezzo pubblico. La marocchina – velata – ha paura del cane, l’italiana le fa una battutaccia: “Ma come, vi fate saltare per aria e ora hai paura di un animale?“. Velo strappato, qualche schiaffo, e giù la campagna, col video postato sui social. Si sa, l’Italia è razzista.

Quelle uova, quel maestro elementare…

Magari tra qualche giorno scopriremo che finirà come con l’uovo tirato all’atleta di colore dal figlio di un consigliere comunale del Pd. Oppure, come col maestro elementare – di sinistra – che indica come brutto un bimbetto di colore a scuola. Dagli al fascista e al razzista ormai è destinato a durare qualche ora.
Pazienza, ma quel che è grave è l’atteggiamento di sciagurati rappresentanti istituzionali. Il sindaco di Torino, ad esempio, Chiara Appendino, che si precipita a dare solidarietà a Fatima (la ragazza marocchina), magari senza capire bene che cosa possa essere accaduto alla sfortunatissima protagonista di una storia non edificante. Ma nemmeno indicata per spacciare l’Italia come un Paese dove non far crescere i propri figli. Questa frase, o una cosa del genere, l’ha pronunciata proprio Fatima nel suo video.

Neanche una parola per Stefano Leo

E’ la stessa sindaca che non ha detto una sola parola per un povero ragazzo sgozzato in centro a Torino qualche settimana fa, Stefano Leo. Del barbaro omicidio ha parlato persino “Chi l’ha visto” sere fa, ma lei, Chiara Appendino, tace. Stefano era italiano.
Basta con questo atteggiamento ipocrita. Certo, la ragazza che ha schiaffeggiato la marocchina ha sbagliato, se veramente lo ha fatto. Ma il clima che che si avverte nella popolazione italiana è di esasperazione, perché ormai c’è uno squilibrio a favore di chi viene da fuori. E chi sta nelle istituzioni dovrebbe dare segnali chiari.
A partire proprio dal velo. Perché in Italia non si legifera come altrove? Ci sono proposte di legge – ne sono state appena assegnate due della Lega (Molteni) e di Forza Italia (Novelli) alla commissione di competenza – che multano chi va a volto coperto e commina la pena reclusoria a chi costringe la donna a indossare il velo. Francia, Belgio, Olanda, Germania e Danimarca: in questi paesi il divieto di coprirsi il volto è diretto a tutelare la sicurezza dei cittadini e, allo stesso tempo, a garantire il rispetto della dignità della donna.
Se il Parlamento facesse il proprio dovere, magari calerebbe la tensione. In un paese dove proliferano moschee e ogni straniero fa quello vuole perché non gli puoi dire nulla, è il nostro connazionale ad indignarsi giustamente (anche se non bisogna trascendere).
Ma chi ha bisogno di fare demagogia su razzismo e xenofobia se ne frega. E’ più importante diffondere balle via social. Qualcuno ci cascherà.

 

Fonte: https://www.secoloditalia.it/