Pensioni, l’Inps apre a Quota 41. “Ma solo con coefficienti di gravosità”

Superare la Legge Fornero facendo ricorso a Quota 41, così da consentire ai lavoratori di maturare la pensione con 41 anni di contributi versati, indipendentemente dalla loro età anagrafica.

L’ipotesi è da prendere in considerazione, seppur con qualche riserva. Lo ha confermato questa mattina a Cagliari Pasquale Tridico, il presidente nazionale dell’Inps, che ha così risposto alla domanda di un giornalista che lo incalzava chiedendogli informazioni sulla riforma delle pensioni e, nello specifico, su Quota 41. La risposta di Tridico è stata chiara ed esemplificativa: “Quota 41 è certamente un’opzione, ma non mi piacciono le quote strettamente rigide. Dovrebbe essere affiancata a coefficienti di gravosità di lavoro, in modo da prevedere delle uscite flessibili per tutti. Ovvero, si dovrebbe prevedere un’età di uscita dal lavoro per ogni categoria”.

In altre parole, Quota 41, affinché possa rappresentare davvero una valida alternativa alla Legge Fornero, ha bisogno di adattarsi maggiormente a una società complessa come quella attuale, dove non tutte le persone fanno lo stesso mestiere e dove c’è chi raggiunge la pensione prima e chi dopo. “Ci sono lavori diversi. Ci sono persone che possono uscire più tardi e altre prima. Tutto il sistema dovrebbe girare attorno al sistema dei coefficienti di gravosità” ha aggiunto Tridico. La flessibilità in uscita, dunque, continua a essere considerata un pilastro fondamentale al quale il sistema italiano non può fare a meno.

Le dichiarazioni di Tridico
Per quanto riguarda invece Quota 100, Tridico ritiene che la misura possa andar bene, ma solo in certe circostanze: “Per alcuni periodi limitati, la stessa Quota 100, che è sperimentale va bene, perché addolcisce l’uscita di persone che erano rimaste ingessate nella riforma del 2011. È temporanea, quindi sostenibile: sta avendo un tasso di adesione molto più basso delle attese. A livello nazionale abbiamo avuto circa 200 mila domande e ne sono state liquidate poco più di 130 mila. Questo vuol dire che siamo al di sotto del numero dei 290 mila pensionamenti previsti. Oggi si stima un risparmio di un miliardo e mezzo e il prossimo anno di 2,5 miliardi. Nel totale, la spesa pensionistica prevista nel 2019, 2020 e 2021 si attesta sui 20 miliardi, ma se il tasso di adesione è questo, vuol dire che si risparmieranno in tutto il triennio, non meno di 6-7 miliardi”.

Insomma, l’idea potrebbe essere buona ma servono dei correttivi per evitare di appesantire l’uscita delle persone dal mondo del lavoro. Nel frattempo, Matteo Salvini ha detto ai giornalisti che la Lega ha intenzione di tenere Quota 100 e arrivare a Quota 41: “Il nostro obiettivo è non solo tenere ‘quota 100’ ma arrivare a ‘quota 41’, cioè fare l’esatto contrario di quello che Renzi vorrebbe fare tornando alla legge Fornero”.

Il Giornale